Genova. Primo confronto questa mattina tra Rsu e azienda dopo il gravissimo infortunio accaduto due giorni fa all’operaio specializzato 36enne Simone Bonori. Le sue condizioni restano “stabili nella loro gravità” ribadiscono dal San Martino e la prognosi è ancora riservata.
Stamattina i vertici dell’azienda hanno spiegato ai rappresentanti dei lavoratori la dinamica dell’incidente, quella che ormai tutti conoscono e sulle cui responsabilità sta lavorando la Procura di Genova. “Abbiamo ribadito – spiega Federico Grondona, rsu Fiom – che le responsabilità sarà la magistratura ad accertarle e non entriamo nel merito ma quello che è certo è che le macchine sono vecchie e che l’azienda deve investire sulla sicurezza”.
Per questo l’rsu al termine della riunione ha mandato all’azienda una mail, firmata congiuntamente dai delegati di Fiom, Fim e Uilm, con un elenco di macchinari particolarmente vetusti (in particolare torni e presse) che presentano problemi di sicurezza come l’assenza di paratie, l’assenza di sensori di sicurezza o la perdita d’olio.
“Adesso daremo alcuni giorni all’azienda per intervenire – prosegue Grondona – poi invieremo tutto alla Asl3 perché venga a fare delle verifiche”. Tra le questioni sollevate nel confronto di questa mattina anche il fatto che Simone Bonori è un operaio di terzo livello: “Quindi a nostro avviso non avrebbe dovuto lavorare a quella macchina da solo se non dopo un periodo di accompagnamento e formazione, ma si tratta di aspetti legali su cui l’azienda ha replicato e che valuteremo di approfondire la questione con un avvocato del lavoro”.
Sul fronte delle indagini, il sostituto procuratore Giuseppe Longo e il procuratore aggiunto Francesco Pinto che coordinano l’inchiesta, dopo il sopralluogo di ieri mattina, restano in attesa dell’esatto organigramma aziendale per procedere alle iscrizioni nei registro degli indagati di coloro che in base al testo unico 81/2008 hanno la responsabilità in un infortunio di questo tipo, un organigramma che in grandi azienda come AE non è difficile ricostruire e che prevede responsabilità a cascata.
Solo dopo aver avvisato gli indagati verrà dato l’incarico a un ingegnere metalmeccanico di eseguire una perizia sul macchinario che ha causato l’infortunio. Ancora il perito non è stato individuato ma non è escluso che venga nominato un esperto non genovese.