Il caso

Zapata, il Comune tenta la strada del dialogo. Piciocchi: “Sgombero ultima ratio ma la soluzione sia nel rispetto delle regole”

In consiglio comunale dibattito sul futuro del centro sociale. Nei prossimi giorni primo incontro con l'amministrazione ma la permanenza ai Magazzini del Sale è esclusa

zapata

Genova. “E’ evidente che uno sgombero deve essere considerato come extrema ratio, l’approccio dell’amministrazione è propositivo e positivo per arrivare a una soluzione che, però, deve essere trovata nel rispetto delle regole”. Il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi è intervenuto in consiglio comunale sulla questione del centro sociale Zapata dopo un articolo 55, un documento condiviso dai capigruppo, che ha portato il tema all’attenzione dell’aula rossa. Nei giorni scorsi i responsabili del centro sociale di via Sampierdarena hanno annunciato sui social di avere ricevuto dal Comune l’invito a lasciare gli spazi dei Magazzini del Sale entro un mese.

Tursi non ha mai confermato la lettera di sgombero ma semmai di un’ingiunzione di pagamento di canoni arretrati per olltre 120mila euro. Inoltre, nei piani dell’amministrazione comunale per la riqualificazione di quegli spazi, con fondi Pnrr e con tempi molto stretti, lo Zapata non rientra. Nei magazzini del Sale, invece, è previsto lo sbarco dell’Accademia Ligustica delle belle arti.

Il documento presentato dalla minoranza di centrosinistra e condiviso dai capigruppo è stato illustrato da Mariajosé Bruccoleri (Genova Civica): “Considerare il centro sociale Zapata come legato solo a una parte politica sarebbe limitante, si tratta infatti di un esperimento di cultura alternativa e di partecipazione attiva, di un soggetto che offre attività sportive, laboratori teatrali, che organizza concerti nazionali e internazionali ma anche raccolte alimentari e di fondi per le fasce di popolazione in difficoltà – si è riportato nel documento – lo sgombero di un centro sociale è anche lo sgombero di un pensiero alternativo e riteniamo importante aprire un percorso di dialogo tra le parti, chiediamo come la civica amministrazione voglia salvaguardare questa realtà, punto di riferimento e luogo di fermento sociale e culturale”.

Nei giorni scorsi dallo Zapata è stata chiesta la disponibilità di un incontro al sindaco Marco Bucci. La conferma dell’incontro è arrivata dal vicesindaco ma ancora non si ha una data stabilita. O meglio, l’agenda del sindaco sarebbe piena fino a dopo la prima metà di febbraio ma non è escluso che si possa tenere un altro incontro, più vicino nel tempo, con lo stesso Piciocchi.

Nel pomeriggio di oggi la polizia ha presidiato l’ingresso del Comune in caso ci fossero state proteste da parte degli esponenti dei centri sociali ma nessuno di loro ha partecipato fisicamente alla seduta di consiglio, negli spazi aperti al pubblico, né si è presentato davanti al palazzo istituzionale.

“Pensiamo di aver ancora qualcosa da dire sia in sede legale sia politica” hanno dichiarato dallo Zapata recentemente. Allo studio c’è l’eventualità di un ricorso contro lo sgombero – o trasloco che dir si voglia – ma anche la contestazione della morosità. Gli organizzatori sostengono di non avere bollette di utenze arretrati. Più intricata invece la questione di canoni di concessione dell’affitto visto che il contratto siglato dall’allora giunta Vincenzi sulla “legalizzazione” di alcuni centri sociali cittadini, per quanto riguarda lo Zapata era di fatto decaduto nel passaggio dei Magazzini del Sale dal Demanio al Comune.

Il tema dello Zapata è stato declinato, oggi in aula, in maniera diversa dalle diverse forze politiche di maggioranza e opposizione, a prescindere dal documento condiviso che auspica l’avvio di un percorso di dialogo.

Paolo Gozzi, consigliere di Vince Genova ma ex Pd ai tempi dell’ultimo governo di centrosinistra, ha ricordato lo sgombero dell’allora Buridda da via Bertani disposto dall’ex sindaco Marco Doria, e – pur riconoscendo il ruolo dello Zapata nell’ambito del dibattito pubblico – ha sottolineato che “Anche la più nobile delle amministrazioni non può andare contro il rispetto delle normative, non siamo qui a dare giudizi etici ma a garantire procedure, scongiurare irregolarità e morosità ingiustificabili da un punto di vista amministrativo, l’amministrazione fa l’amministrazione e il centro sociale e centro sociale, quindi bene percorso di dialogo e coinvolgimento ma senza la pretesa che l’amministrazione legalizzi l’illegalità”. Vincenzo Falcone, Fratelli d’Italia, si augura che “Non ci sia bisogno di sgombero perché spero che ci sia un percorso di dialogo che porterà a soluzione del problema, ma non si può chiedere di avallare comportamento come la morosità di 125 mila euro, perché in questo modo daremmo spunto a qualsiasi altra associazione a non pagare canoni e spese”.

Il più “sgomberista” della maggioranza è apparso Federico Bertorello, capogruppo della Lega, meno morbido nella richiesta di liberare al più presto i Magazzini del Sale dagli “occupanti morosi” per consentire la riqualificazione. D’altronde era stata proprio la Lega, durante il primo governo Bucci, a promuovere maggiormente – almeno da un punto di vista politico – lo sgombero di un altro centro sociale, il Terra di Nessuno in via Bartolomeo Bianco, al Lagaccio (struttura che qualche mese dopo è tornata occupata, almeno parzialmente).

Per quanto riguarda l’opposizione Mattia Crucioli, Uniti per la Costituzione, ha dichiarato: “Non vedo contrasto tra quelli che dovrebbero essere gli scopi del Comune e quelli di una realtà che si occupa di fare arte, cultura e aggregazione”. Monica Russo, Pd, ha ricordato che “serve una soluzione che non veda il conflitto, di tutto ha bisogno Sampierdarena tranne che di un altro conflitto, dobbiamo trovare una soluzione che non tolga, ma aggiunga” riferendosi all’ipotesi dello sbarco della Ligustica in via Sampierdarena “ma non a scapito di un’altra realtà culturale”.

Fabio Ceraudo, M5s, ha affermato che “Il tema non è solo amministrativo ma politico, speriamo che lo Zapata abbia un’opportunità di alternativa nella delegazione di Sampierdarena se non sarà possibile farlo restare dove è”. Francesca Ghio, della lista Rossoverde, si è rivolta all’aula: “Come si può giudicare senza conoscere? Spesso l’amministrazione civica, e mi riferisco anche quelle passate, ha fatto l’errore di pregiudicare queste realtà, ecco io invito il consiglio e la giunta a colmare questa lacuna”.

“Non siamo qui per formulare giudizi morali – ha premesso il vicesindaco e assessore con delega ai progetti Pnrr Pietro Piciocchi – ma non si possono non tenere in considerazione questioni amministrative come importanti morosità di cui qualcuno, prima o poi, ci chiederà conto“.

Piciocchi ha confermato la volontà di avviare un dialogo con un primo incontro nei prossimi giorni: “Incontreremo con il sindaco i rappresentanti del centro sociale e valuteremo la situazione, sgomberi e azioni di questo tipo è evidente siano l’extrema ratio, l’approccio dell’amministrazione è positivo e propositivo perché si trovi una soluzione, ma sempre nel rispetto delle regole“, ha concluso.

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