Genova. Si era rifugiata nel capanno degli attrezzi di un giardino nel quartiere di Quezzi, sulle alture di Genova: così una piccola volpe malata, poco più che un cucciolo, è stata presa in cura dai volontari dell’Enpa e ora si trova nel centro di recupero per animali selvatici di Campomorone.
Come spiegano i volontari si tratta di un giovane maschio, probabilmente un tardivo della scorsa primavera. La dependance era utilizzata come ripostiglio e come rifugio per gatti, così il volpacchiotto, indebolito e spossato dalla rogna, si è rifugiato lì per mangiare e dormire.
Allertati dalla padrona del giardino, i volontari dell’Enpa sono subito partiti per recuperarla: “Ce l’abbiamo fatta non senza fatica vista la caparbietà con cui fuggiva e si nascondeva anche in uno spazio così ristretto”.
“Abbiamo già somministrato i medicinali per trattare la rogna e l’abbiamo messo sotto antibiotico”, raccontano ancora. Il volpacchiotto è magro, debole, svogliato, e la pelle è ricoperta di croste e screpolature. “Ma visto il successo ottenuto con le ultime volpi affette da rogna che abbiamo ospitato, siamo fiduciosi che questo baldo giovine possa venirne fuori”.
Purtroppo, invece, non ce l’ha fatta la volpe – in quel caso una femmina adulta – arrivata cinque giorni fa da Acqui Terme con apparenti problemi neurologici. Il sospetto dei veterinari era che fosse rimasta gravemente intossicata dopo aver mangiato un boccone sparso di proposito o, in alternativa, dopo aver consumato cibo “umano” che ha avuto effetti nocivi sulla sua salute. L’Enpa ricorda che agli animali selvatici “non va assolutamente elargito cibo: un gesto apparentemente generoso può significare grossi guai per l’animale in questione, sia che si tratti di effetti nefasti sul suo comportamento sia che si tratti di effetti diretti del cibo, non adatto a questi animali, che può provocare intossicazioni anche gravi”.