Genova. Il 10 gennaio 2022 Valerio Parodi, ciclista amatoriale, era stato ucciso dalla violenza stradale, travolto da un camion, sul ponte Divisione alpina cuneense, a Bolzaneto, in Valpolcevera. Sabato scorso, un anno dopo, la moglie e la figlia Giulia hanno apposto una targa in sua memoria sul ponte.
L’iniziativa è stata promossa dalla US Pontedecimo Ciclismo AD, medaglia d’oro del Coni al merito sportivo. “Questa commemorazione ha avuto luogo in onore di Valerio, compianto marito, papà, amico, pedalatore di grandissima esperienza e prudenza, autista di autobus per tutta la vita, uomo buono e tanto per bene – raccontano gli organizzatori – erano presenti davvero tante persone, per ricordare lui con tutto l’affetto del mondo, per ricordare che tutti noi siamo soggetti fragili e allo stato attuale non siamo ancora sicuri di tornare a casa sani e vivi, per ricordare che questi eventi non devono ripetersi mai più, per ricordare alle istituzioni presenti che la strada che stanno intraprendendo verso la sicurezza e la qualità di vita dei cittadini è quella giusta”.
Tutte queste persone erano lì ad abbracciare forte la moglie e la figlia, per dire loro chi è stato il marito e il papà per tutti coloro che hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo.”Genova ha il mugugno di default ma passato questo primo momento sa distinguersi in positivo rispetto a tantissime città e oltre a ieri l’ha già recentemente dimostrato. Alla commemorazione c’erano Genova e le istituzioni genovesi, tutti quanti presenti non solo a parole ma con i fatti. Confidiamo che il coraggio che ha dimostrato la politica genovese nei confronti della mobilità sostenibile si esprima in modo ancora più deciso sia nella mobilità dolce sia nella sicurezza, continuando ad ascoltare e confrontarsi con chiunque abbia proposte costruttive e non ascoltando chi mugugna a prescindere per partito preso senza alcuna base culturale o di logica”, dicono da Genovaciclabile.
Genova, città maglia nera per morti e feriti in incidenti stradali ogni 1000 abitanti in Italia da anni ha bisogno di evolversi cominciando a diventare città 30 km/h ove necessario, come altre città italiane, posizionando moderatori del traffico quali dossi, strisce pedonali rialzate, cuscini berlinesi, chicane, come adottate ovunque nei paesi esteri con mortalità zero o ridottissima e comunque già presenti in numerose città italiane, adottando controlli sistematici verso le infrazioni nei confronti di chiunque perché senza arbitro la partita non si gioca o si gioca molto male.
“La sosta selvaggia su marciapiedi, strisce pedonali, ciclabili non è solo un’infrazione ma dati alla mano è un pericolo mortale. Sostare sul marciapiede significa fare scendere a volte i pedoni, sempre i passeggini, sequestrare i disabili in carrozzella. È pericoloso e vergognoso. Le strisce pedonali rialzate non solo rallentano i mezzi ma livellano la strada per le carrozzelle per disabili e per i passeggini, non bisogna scendere e salire. Non è cosa da poco, ma non riguardando tutti la si vive egoisticamente come un fastidio, un rallentamento della cosiddetta impropriamente e ipocritamente detta “viabilità ordinaria”. La sosta sulle strisce o in loro prossimità riduce la visibilità di chi sopraggiunge impedendo di individuare i pedoni che sono in procinto di attraversare. Qui si parla di civiltà, non di velocità a tutti i costi per fermarsi poi più tempo al semaforo successivo senza che nulla cambi sul tempo di percorrenza. Maggiore velocità di picco, maggiore pericolosità per i soggetti fragili e per chi guida, maggiore tempo di sosta ai semafori, stessa velocità media nelle code in lento movimento”, proseguono.
Alle 16.30 nella Sala Polivalente del centro commerciale L’Aquilone si è tenuta anche una tavola rotonda ben moderata dall’inviato del TG La7 Paolo Colombo, “Creare strade sicure, a partire dai più fragili, nel ricordo dei Campioni Michele Scarponi e Davide Rebellin” per confrontarsi su come fare a raggiungere in fretta obiettivo zero, zero morti e feriti. Inutile dire che fino a che il numero non sarà zero sarà sempre una tragedia enorme, ci sarà qualcuno di noi o dei nostri cari che non tornerà più a casa e non ci sono parole per definire eventi così terribili.
Un grande grazie va a tutte le persone e le istituzioni politiche e sportive presenti che hanno partecipato con tanto affetto a questo abbraccio alle familiari e grazie alla polizia locale che ha permesso lo svolgimento della commemorazione in totale tranquillità. Tra le tante persone presenti anche significative figure politiche e sportive: l’assessore al traffico Matteo Campora, il vice presidente del consiglio regionale della Liguria Armando Sanna, il presidente del Municipio V Valpolcevera Federico Romeo, il consigliere comunale Alessio Bevilacqua, i consiglieri del municipio V Valpolcevera Andrea Mario Marini e Gregorio Rosa, quest’ultimo presidente dell’associazione Liberi di muoversi che assieme all’architetto Enrica Maria Ferrari ha realizzato lo splendido progetto della pista ciclabile in sede propria e pedonale Superlavalle lungo la sponda destra del Polcevera, il vice presidente e assessore Municipio VI Medio Ponente Maurizio Amorfini, Michele Malfatti già sindaco di Mignanego dal 2004 al 2014, membro del direttivo nazionale ANCI, il sindaco di Pasturana Massimo Subbrero, il presidente del CONI regionale Antonio Micillo, il presidente regionale della FCI Sandro Tuvo, il presidente provinciale FIAB Romolo Solari, il presidente dell’US Pontedecimo Enrico G. Costa, il segretario Fabio Barbieri, il segretario della Fondazione Michele Scarponi, Marco Scarponi, Fulvio Rapetti coamministratore e cofondatore di #genovaciclabile.