Grande opera

Sul tunnel subportuale la lente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Aspi: “Entro febbraio tutte le risposte, l’iter non si ferma”

Il parere dell'organo non è vincolante ma solleva alcune questioni in tema di sicurezza e viabilità. Intanto il Pd chiede "maggiore trasparenza" e una commissione consiliare

Tunnel subportuale il progetto di Aspi

Genova. In ballo ci sono 700 milioni di euro e un’opera che potrebbe ridefinire radicalmente l’assetto urbano di Genova. Per questo c’è grande attenzione su quello che il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha chiesto ad Autostrade per l’Italia, il soggetto che costruirà il tunnel subportuale. Una quarantina di osservazioni e approfondimenti richiesti dall’organo su diversi aspetti tecnici del maxi-progetto: dalle analisi di rischio sulle strutture ai dettagli sull’impiantistica, dalle interferenze con la viabilità cittadina, alla gestione dei materiali di scavo alla presenza di aziende e infrastrutture nelle zone di sbocco del tunnel.

Sulla base delle risposte a quelle osservazioni il Consiglio superiore dei lavori pubblici dovrà esprimere un parere, non obbligatorio né vincolante, ma che consentirà al Ministero dei Trasporti di avere ulteriori garanzie sulla qualità del progetto. “La procedura non viene bloccata in alcun modo da questa richiesta di approfondimenti”, fanno sapere da Aspi che ha già fornito parte delle risposte nel corso del mese di gennaio e ultimerà il dossier entro il mese di febbraio.

In realtà Autostrade per l’Italia ha in parte già integrato gli aspetti ancora da chiarire nel materiale in mano al Mit ma il Consiglio superiore dei lavori pubblici, in un certo senso, agisce in maniera separata dal ministero nonostante ne sia un consulente interno. Aveva già chiesto integrazioni al progetto di fattibilità nell’autunno scorso ma ora ci sono nuovi quesiti a cui dare risposta. A febbraio si capirà se saranno sufficienti o se ci sarà bisogno di una revisione più radicale.

Su questa eventualità il Pd chiede “piena chiarezza”. Questa mattina il gruppo del Partito Democratico al Comune di Genova ha formalizzato la richiesta per la convocazione di una commissione consiliare d’urgenza chiedendo che partecipino il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini.

“È tanto sospetto quanto grave, infatti, che il ministero, in cui il maggiore esponente della destra in Liguria, Edoardo Rixi, riveste un ruolo apicale, abbia omesso la tempestiva trasmissione di un parere determinante per la migliore realizzazione di un’opera colossale e ardita e che al contempo la Regione Liguria abbia proceduto nell’iter, sulla base di rassicurazioni informali di Autostrade”, si legge in una nota del Pd che tira in ballo la genesi del progetto e quindi anche il disastro di ponte Morandi.

Perché ricordiamo che il tunnel fa parte degli investimenti che Autostrade si impegna a realizzare sul territorio genovese come risarcimento della tragedia in base a un accordo sottoscritto sotto l’egida del Mit nel 2021.

Ad ogni modo, sul tema della trasparenza il Comune di Genova ha lanciato pochi giorni fa il portale dialoghicittà, che dovrebbe essere lo strumento digitale per avviare un “percorso dialogico” con i soggetti che saranno interessati a conoscere nel dettaglio il progetto del tunnel (e altri progetti futuri) e a dare il proprio contributo. Al momento il sito internet non presenta ancora contenuti, se non alcune indicazioni sulle modalità di confronto. Il tavolo di confronto sarà curato dal gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Genova.

I tempi. La realizzazione del tunnel prevede, almeno sulla carta, un periodo complessivo di 96 mesi. Per rispettare il cronoprogramma di massima, tra la fine dell’anno e la metà del 2023, come confermato di recente dall’ad di Autostrade Tomasi, si dovrebbero risolvere a breve le questioni relative alla progettazione e alle prime autorizzazioni, per arrivare all’approvazione del progetto entro la fine del 2024, affidare i lavori entro la metà del 2025 e realizzarli in 51 mesi. Aspi inizierebbe a “contribuire” dal 2022 con 5 milioni di euro, poi con 10 nel 2023, 15 nel 2024, 100 milioni nel 2025 – l’avvio del cantiere vero e proprio – 200 nel biennio successivo, 150 nel 2028 e 20 milioni nel 2029. L’intervento sarebbe suddiviso in quattro lotti: imbocco di ponente, tunnel sotterraneo, imbocco levante, tratto all’aperto tra Casaccie e la foce.

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