Dati

Smog e biossido di azoto, Genova nella classifica delle città fuori legge

Secondo il report Clean Cities Campaign di Legambiente i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi

Generico dicembre 2022

Genova. La città di Genova, con un livello di biossido di azoto (NO2) pari al 34% (come Monza, Trento e Bolzano), si inserisce nell’elenco delle città italiane che dovrebbero lavorare di più per ridurre le concentrazioni e adeguarsi ai nuovi target previsti dalla Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2030.

In particolare, Genova (30 µg/mc) si posiziona 11esima su 12 città che hanno riportato i valori medi annui più elevati di NO2 e che superano ampiamente il futuro limite normativo. Le altre sono: Milano (38 µg/ mc), Torino (37µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc), Roma (33µg/ mc) Monza, Trento e Bolzano (31 µg/mc), Firenze e Padova (30 µg/mc). Le città analizzate e di cui è stata ricavata la media annuale sono 94.

I dati sull’emergenza smog emergono dal nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, da cui si apprende che i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi.

Secondo l’associazione, la tendenza di decrescita dell’inquinamento è troppo lenta, esponendo le città a nuovi rischi sanitari e sanzioni. Il tasso medio annuale di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è, infatti, del solo 2% per il PM10 e del 3% per l’NO2.

Le città più distanti dall’obiettivo previsto per il PM10, ad esempio, dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni cittadine tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni, ma stando agli attuali trend di riduzione registrati negli ultimi 10 anni (periodo 2011 – 2021, dati Ecosistema Urbano), potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere l’obiettivo, ovvero il 2040 anziché il 2030. Città come Modena, Treviso, Vercelli potrebbero metterci oltre 30 anni. Anche per l’NO2 la situazione è analoga e una città come Catania potrebbe metterci più di 40 anni.

Dati NO2

Per quanto riguarda l’NO2, le città analizzate e di cui è stata ricavata la media annuale sono 94. Dai dati emerge che tutte le città rispettano l’attuale limite normativo (40 µg/mc) ma ben 57 città (il 61% del campione analizzato) non rientrano nel nuovo valore di riferimento da raggiungere entro il 2030 (20 µg/mc).

Se invece si tiene in considerazione il limite posto dall’OMS (10 µg/mc), 91 delle città analizzate (corrispondenti al 97% del totale) ad oggi sforerebbero tale soglia. Infatti, solo Agrigento (8 µg/mc) Siena ed Enna (4 µg/mc) ad oggi rientrano tra i parametri che tutelano la salute umana.

Tra le città che hanno riportato i valori medi annui più elevati e che superano ampiamente sia il futuro limite normativo che la soglia dettata dall’OMS (e che quindi dovranno lavorare di più nei prossimi anni per la diminuzione delle concentrazioni) figurano: Milano (38 µg/ mc), Torino (37µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc), Roma (33µg/ mc) Monza, Trento e Bolzano (31 µg/mc), Firenze, Genova e Padova (30 µg/mc).

Le città che invece più si avvicinano al limite OMS (concentrazione di NO2 minore o uguale a 10 µg/mc) sono Siracusa, Caltanissetta, Verbania, Brindisi (15 µg/mc), Rieti, Macerata e Sassari (14 µg/mc), Nuoro, Trapani, Oristano e Catanzaro (13 µg/mc), Lecce, Reggio Calabria e Vibo Valentia (12 µg/mc), Ragusa (11μg/mc).

 

 

leggi anche
traffico genova
Interrogazione
Ordinanza anti-smog, Lodi (Pd): “Ancora una volta penalizzati i cittadini senza alternative”
traffico centro natale
Malumori
Ordinanza anti-smog, si allarga la protesta contro i divieti della giunta Bucci
traffico genova
Problema
Ordinanza antismog, dopo l’ondata di proteste il Comune studia deroghe per i mezzi di lavoro inquinanti

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.