Genova. “Capisco l’idea di esporre i prezzi medi, il tema è la trasparenza”. Ma “è il governo che deve controllare che le grandi compagnie non facciano cartello per tenere su i prezzi“, anche perché “quando i prezzi scendono non si riequilibrano mai con la stessa necessità”. Così il presidente ligure Giovanni Toti a ‘Mattino Cinque’ mentre i benzinai italiani si preparano allo sciopero del 25-26 gennaio in risposta alle misure del Governo che prevedono anche l’obbligo di mostrare ai distributori il prezzo medio della benzina e del gasolio nella regione di riferimento.
“Capisco le ragioni dei benzinai e la necessità del governo di prendere alcune misure – ha aggiunto Toti -. Credo che ci siano anche altre tecnologie anziché imporre al singolo gestore, che è il meno responsabile, di farsene carico, con tutti gli errori che questo può comportare e le sanzioni”.
Sulla decisione di eliminare il taglio secco sulle accise, invece, il presidente ligure dà ragione all’esecutivo: “Aggiustare le accise con soldi pubblici vorrebbe dire usare le tasse di qualcuno tra i più poveri per aiutare qualcun altro a fare pieno alla sua Porsche: non si può sostenere e il Governo ha fatto bene a non farlo”.
E ancora: “Abbiamo bruciato moltissimi denari per tenere sotto controllo i beni di consumo con risultati modesti e sperpero di risorse pubbliche gigantesco. Alla fine, come sta accadendo col prezzo del gas che sta scendendo in modo sensibile, tanto che a fine semestre immagino che il governo potrebbe avere un piccolo tesoretto, se i prezzi andranno così anche il mercato della benzina si sistemerà”, ha aggiunto Toti che poi ha lanciato una proposta: “Siccome la preoccupazione del sistema è che vada a incidere sulla filiera commerciale e aumenti l’inflazione, avrei destinato risorse semmai a sterilizzare le accise per alcune categorie, ad esempio l’autotrasporto”.
Intanto i consumatori si schierano dalla parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo d’Urso e minacciano a loro volta un “contro-sciopero” degli automobilisti in tutto il territorio nazionale se la serrata non sarà revocata. Le iniziative a cui si sta lavorando e su cui si spera ci sia un coinvolgimento di tutte le associazioni, spiegano da Assoutenti, punteranno a convincere quante più persone possibile a non fare benzina per due-tre giorni. Oppure di fare il pieno solo ai più convenienti distributori self service, o di pagare il benzinaio col metodo del pos e non con i contanti.
Dopo l’ultimo incontro della scorsa settimana al suo ministero, conclusosi con un nulla di fatto, Urso ai microfoni di Radio 24 ha invitato le sigle di settore a prendere in considerazione le modifiche già apportate dal governo al decreto trasparenza sui prezzi dei carburanti, e a rinunciare a una decisione, quella dello sciopero, che danneggerebbe solo i cittadini.