Genova. “Io penso che Marco Bucci scherzasse quando ha detto che è pronto per venire a votare alle primarie del Pd, il sindaco saprà benissimo che per votare alle primarie del Partito Democratico bisogna essere elettrici ed elettori del centro sinistra, del Partito Democratico stesso, sottoscrivere una dichiarazione in cui ci si dichiara sostenitori del Partito Democratico e sostenitori degli stessi valori, quindi credo sarà difficile trovarlo ai gazebo”, Elly Schlein sorride di fronte al racconto della boutade del sindaco di Genova di qualche giorno fa quando, in consiglio comunale, ha detto, rivolgendosi al gruppo del Pd, che aveva “pronti i 2 euro” per votare alle primarie lasciando intendere che il suo candidato favorito, nel caso, sarebbe stato Stefano Bonaccini.
C’è chi l’ha preso come uno scherzo, e chi come il preludio di un partito che – con la vittoria di una figura come quella di Bonaccini come segretario – potrebbe dare vita a un “grande centro” che vedrebbe alleati anche politici come Marco Bucci o Giovanni Toti. Per questo i sostenitori di Schlein, sempre in punta di ironia, dicono che Bucci le ha fatto un assist. “Non so se è un assist – taglia corto la candidata alle primarie Pd del 26 febbraio – noi ci stiamo concentrando per aumentare la partecipazione della gente che davvero vuole votare perché sente il bisogno di un Pd che rialzi la testa e ritrovi credibilità sui temi su cui stiamo discutendo in giro per il Paese che sono i temi del lavoro di qualità, le diseguaglianze e il clima.
Elly Schlein, deputata Pd e già eurodeputata, vicepresidente dell’Emilia Romagna governata dal suo avversario Bonaccini, in Liguria è sostenuta da una fetta ampia del partito tra cui la ex sindaca di Sestri Levante e segretaria regionale Valentina Ghio, il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna, il segretario genovese Simone D’Angelo. C’erano Ghio, Sanna e D’Angelo, ma c’era anche Ariel Dello Strologo, davanti alla Sinagoga di Genova nel pomeriggio, dove Schlein ha tenuto a rendere omaggio – nel giorno della Memoria – alle pietre d’inciampo della famiglia Polacco, vittima del rastrellamento dei nazifascisti il 3 novembre 1943. Insieme a lei anche Adelmo Cervi, il terzogenito dei sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943.
“Questa è una giornata molto importante e significativa – ha detto Elly Schlein – siamo voluti passare nel luogo dove sono state messe le quattro pietre d’inciampo per la famiglia Polacco, questa giornata serve anche per ricordare che è fondamentale contrastare ogni forma di odio, di violenza nazionalista, che purtroppo ancora serpeggia in Europa. Per evitare di incorrere negli errori tragici del passato bisogna praticare la memoria nel presente, nel quotidiano e non solo in questa giornata“.
Dopo la visita alle pietre d’inciampo, Elly Schlein raggiunge i sostenitori genovesi e gli attivisti in uno spazio simbolo della sinistra cittadina, la Sala Chiamata del porto. Ma prima parla anche di Ucraina, ma senza cedere al tema tormentone del momento ovvero la partecipazione del presidente Zelensky al Festival di Sanremo: “Gli inviti di Sanremo li fa Sanremo e la politica dovrebbe occuparsi di come siamo di supporto a trovare le condizioni per la fine di questa guerra con un impegno molto forte dell’Unione europea, nel senso della comunità internazionale, ad aumentare gli sforzi politici e diplomatici che possano portare a un cessate il fuoco perché purtroppo le bombe continuano a cadere, il popolo ucraino è stanco, si sta difendendo, sta resistendo e continuiamo a essere a loro fianco rispetto all’aggressione che c’è stata”.
Altro tema caldo su cui la candidata alle primarie vuole dire la sua è quello della scuola: “Crediamo che tutti gli insegnanti vadano pagati di più perché siamo uno dei Paesi che retribuisce meno il lavoro degli insegnanti, a cui invece va restituita una dignità sociale e ci opponiamo all’idea di regionalizzare gabbie salariali già superate dal privato, idea che fa coppia con quella di Calderoli dell’autonomia differenziata”, afferma commentando le ultime ipotesi lanciate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
“Il Paese ha bisogno di ricominciare a credere e investire fortemente nella scuola come grande strumento di emancipazione sociale – conclude – è preoccupante che il ministro parli di finanziamenti da parte di privati che privilegerebbero alcune scuole nei quartieri più belli e già ricchi piuttosto che quelle dei quartieri marginalizzati dove, invece, abbiamo bisogno di incentivare le insegnanti e gli insegnanti che devono cercare di riscattare le diseguaglianze, altrimenti rimarranno perpetue e quei bambini rimarranno condannati a un destino segnato dal luogo e dalle famiglie in cui nascono”.