Roma. Alleggerire le commissioni sui pagamenti elettronici, alla luce della legge di Bilancio 2023. È questo uno degli obiettivi del governo Meloni, al lavoro per trovare una soluzione che vada incontro agli esercenti, dopo che da Bruxelles è arrivato lo stop per la cancellazione dell’obbligo di Pos per i pagamenti sotto i 60 euro e delle sanzioni per chi non accetta la moneta digitale.
Come spiegato sul Sole24Ore, entro il 1° marzo, dovrà essere adottato un decreto del ministro dell’Economia per istituire un tavolo permanente tra le categorie interessate (dall’Abi alle aziende che offrono servizi e prodotti per i pagamenti digitali) incaricato di “valutare soluzioni per mitigare l’incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti attività di impresa, arti o professioni che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400mila euro”.
Se il tavolo dovesse fallire scatterebbe la ‘punizione’ dal mese successivo: è previsto un contributo straordinario da parte dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e schemi di pagamento pari al 50% degli utii, al netto degli oneri fiscali, derivanti dalle commissioni e da altri proventi per le transazioni inferiori a 30 euro ovvero al diverso limite di valore eventualmente individuato. Contributo che andrebbe ad alimentare un fondo taglia-costi per i commercianti e i professionisti.
L’ipotesi è quella di un azzeramento delle commissioni per i micropagamenti sotto i 10 euro e di una riduzione flessibile per quelli fino a 30 euro. Se approvate, queste soluzioni sarebbero adottate in via sperimentale per un anno.