Genova. Sono stati interrogati dal sostituto procuratore Paola Crispo e dal procuratore aggiunto Ranieri Miniati i due poliziotti della questura di Genova indagati per le presunte omissioni nell’ambito dell’omicidio di Alice Scagni, la 34enne ammazzata a coltellate dal fratello Alberto la sera del 1 maggio 2022 sotto l’abitazione di lei a Quinto.
Ai magistrati i poliziotti (l’operatore del 112 che rispose alla telefonata del padre intorno all’ora di pranzo della domenica e il funzionario delle volanti che fra l’altro quel giorno si trovava in centrale operativa in sostituzione di una collega), hanno chiarito perché la telefonata del padre di Alice non avrebbe potuto in quel momento, non essendoci alcun pericolo imminente, avere come conseguenza l’invio di una volante: Alberto Scagni aveva fatto minacce di morte ai famigliari, ma non si trovava né dentro né in prossimità delle abitazioni dei genitori né della sorella, per questo il 112 avrebbe chiesto al padre di Alice di richiamare se invece lo avessero trovato nei dintorni.
Agli agenti è stato anche letto il lungo esposto depositato dai genitori in cui gli agenti sono accusati, di fatto, della morte di Alice avvenuta per mano del fratello. L’esposto predisposto dall’avvocato Fabio Anselmo ipotizza infatti la “morte come conseguenza di altro reato”, mentre la procura ha iscritto gli agenti per omissione di atti di ufficio. I genitori nell’esposto dicono che i poliziotti avrebbero potuto almeno andare quella domenica a casa di Alberto dopo le minacce telefoniche ma gli agenti hanno spiegato che non avrebbero avuto alcun titolo per intervenire visto che le minacce sono perseguibili a querela.
Sempre nei giorni scorsi è stato sentito dai pm il medico del centro di salute mentale della Asl3 finito nei mirino dell’esposto della famiglia e iscritto nel registro degli indagati. Gli interrogatori dovrebbero rappresentare l’ultimo tassello delle indagini sulle presunte omissioni che quindi dovrebbero essere chiuse nelle prossime settimane. La procura dovrà decidere se rinviare a giudizio o chiedere l’archiviazione per i tre indagati.
Il pm Crispo a breve dovrebbe anche chiudere le indagini per il filone principale, quello relativo all’omicidio dopo che il perito del gip Elvezio Firpo ha stabilito che Alberto Scagni è parzialmente incapace di intendere e di volere ma può essere sottoposto a giudizio.