Giungla

Odissea passaporti, a Genova in fila dall’alba per un rinnovo: “Ma chi può pagare un’agenzia lo ha subito” fotogallery

Richieste moltiplicate tra Brexit e post pandemia, "lotterie" dei clic per prenotare gli appuntamenti on line, la questura tenta di ovviare con gli open day ma il problema è ormai strutturale

Passaporti "impossibili", all'open day in corso Saffi cittadini in fila dall'alba per avere il rinnovo

Genova. Mauro Castello è un nonno davvero amorevole. E’ partito da Manesseno alle quattro del mattino per piazzarsi in fila davanti al cancello dell’ufficio passaporti della Questura di Genova in corso Saffi e ottenere uno dei 50 biglietti “in palio”, oggi, per poter accedere al servizio di rilascio e rinnovo. Dopo diverse ore al freddo e al vento ce l’ha fatta. “Ecco il mio numero, sono il 9, l’ho preso per la mia nipotina che deve andare in Scozia per motivi di studio, però davvero una cosa del genere non è accettabile”, dice mostrando l’anelato tagliando.

E’ una delle tante persone che oggi, giovedì 26 gennaio, si sono messe in coda nella speranza di poter accedere al primo open day passaporti del 2023 organizzato dalla questura di Genova per ovviare al problema dell’incremento di richieste da parte dei cittadini e agli ostacoli rappresentati dal sistema di prenotazione on line. Ottenere o rinnovare un passaporto, nel capoluogo ligure, è diventata quasi una missione impossibile. A meno che non si sia disposti a pagare. Profumatamente.

Sì perché oltre ai canali istituzionali, pubblici, questura e Urp del Comune di Genova (che offre supporto alla questura ma dispone di pochissimi slot al giorno), esistono diverse agenzie private, società che si occupano di pratiche amministrative come pratiche auto, assicurative o di rilascio patenti, che riescono a offrire l’assistenza richiesta. Oltre alle marche da bollo, le fototessere in formato apposito e ai versamenti standard (per un passaporto sono di base necessari circa 100 euro) bisogna pagare il servizio all’agenzia. E le tariffe vanno dai 150 ai 200 euro a passaporto. “Chi ha i soldi ha sempre un canale preferenziale”, sbuffa un signore in coda.

Chi si è messo in fila prima dell’alba in corso Saffi, evidentemente, non ha alcuna intenzione di spendere circa 300 euro per un passaporto. Piera Ruiu è arrivata “solo” alle 7.45 e a malapena è riuscita a strappare il numero 49. “Avevo provato all’open day di ottobre e mi ero trovata al 52esimo posto, questa volta ce l’ho fatta per un pelo, il passaporto mi serve per andare a trovare mio nipote a Londra”.

Londra è uno dei motivi per cui il numero di richieste di passaporti si è moltiplicato negli ultimi mesi. Dopo la Brexit chi voglia recarsi nel Regno Unito non può farlo con una semplice carta d’identità. Il Paese è considerato a tutti gli effetti extra Ue. L’altro motivo è costituito dagli “arretrati” del periodo Covid. Molte persone a cui il passaporto era scaduto negli anni della pandemia non lo hanno rinnovato fino a che non sarebbe tornato più semplice viaggiare all’estero.

Ma a spingere così tante persone a partecipare all’open day passaporti della questura – erano oltre 300 in fila in corso Aurelio Saffi – è la difficoltà riscontrata nell’accedere al sistema di prenotazione degli appuntamenti all’ufficio. Prenotazione che può avvenire soltanto on line, accedendo con Spid o Carta d’identità elettronica.

“Sono settimane che tento di prenotare un appuntamento – racconta una signora che ad aprile dovrebbe partire per gli Stati Uniti – ma è impossibile, non c’è mai uno slot disponibile, spesso il portale non funziona o quando funziona, arrivati a un certo punto, dà errore”. Dagli uffici della questura, a chi abbia potuto contattarli, spiegano che per avere maggiori chance di accesso la cosa migliore è provare a registrarsi intorno alle 9 del mattino, quando il sistema carica i nuovi slot disponibili. “Lo abbiamo fatto – dice un ragazzo – ma non ci riesce neppure così”.

In fila c’è anche Wahad Djamal, un architetto curdo di 65 anni che, stamani, mentre si trovava in coda fuori dagli uffici passaporti ha avuto un malore. “Sono iperteso e mi sono sentito svenire, per fortuna mi hanno fatto entrare un secondo per riprendermi – afferma ancora scosso – sono riuscito ad avere il mio biglietto e oggi tornerò per il passaporto, che mi serve per lavoro, però mi sembra inaccettabile dover ricorrere a soluzioni di questo tipo, in fila c’erano molti anziani, bambini, al freddo e in piedi per ore, non è un sistema efficiente“.

La stessa opinione di una coppia di genitori, appena uscita dall’ufficio passaporti con i due bambini piccoli: “Avevamo appuntamento per me e la madre, il sistema di prenotazione on line non ci ha permesso di prenotare anche per i nostri figli ma ci hanno detto che era possibile effettuare le pratiche anche per loro questa mattina, dovremo tornare, quando? Non ne abbiamo idea“.

Nel 2022 la questura di Genova, per il territorio di tutta la provincia, ha rilasciato oltre 35mila passaporti, una cifra molto più alta rispetto agli anni precedenti: nel 2021 erano stati un terzo. Nei prossimi mesi ci saranno nuovi open day passaporti. “Rispetto ad altre città italiane, la questura genovese ha deciso di mettere a disposizione un numero limitato di pratiche al giorno, ma chi si registra riesce a ottenere il passaporto nel giro di due settimane al massimo. Altrove l’accesso è pressoché illimitato ma per avere il documento possono passare mesi”, spiegano dagli uffici.

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