Lutto

Morto dopo l’incidente in canoa, gli psicologi nella scuola di Andrea: fiori e messaggi sul banco vuoto

Lettera a cuore aperto da parte della preside dell'istituto Natta mentre la madre del 14enne lancia un appello: "Concentriamoci sul bene che deriverà dagli organi donati di mio figlio"

Generico gennaio 2023

Genova. Domani, giovedì 19 gennaio, dovrebbe svolgersi l’autopsia sul corpo di Andrea Demattei, il 14enne morto per le conseguenze di un incidente in canoa nell’Entella. L’esame medico sarà necessario ai fini delle indagini che la procura di Genova sta svolgendo – aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti – e dopo il nulla osta si potrà stabilire la data dei funerali.

Ma intanto oggi nella scuola dove Andrea era iscritto al primo anno, l’istituto Natta Deambrosis di Sestri Levante, tutte le classi hanno osservato un minuto di silenzio. Un momento struggente, con fiori e messaggi scritti a mano lasciati sul banco lasciato vuoto dal ragazzo.

La preside Paola De Mattei ha vigilato affinché tutto avvenisse nel riserbo. Fuori dalla scuola sono dovuti restare giornalisti, fotografi e tv e non solo per via della privacy dei minorenni.

In una lettera indirizzata dalla preside a tutta la comunità scolastica ha parlato dell’opportunità di “discrezione” e di come sia “impossibile trovare le cosiddette parole giuste, che dicano qualcosa di utile e di sensato di fronte all’accaduto”.

“La tragedia lascerà una cicatrice indelebile ma da tale tragedia ciascuno di noi è chiamato ad uscire, non solo per rielaborare il vuoto abissale del lutto e per sopravvivere alla lacerazione della sofferenza, ma anche per crescere e consolidarsi, al di là dell’età anagrafica, nell’intelligenza del ragionamento, nella saggezza dei comportamenti, nella forza delle azioni, nel coraggio delle sfide”, le parole della dirigente scolastica.

“Occorre, in questo momento più che mai, aprirsi con spirito solidale e fiducioso, al dialogo e al confronto, nonché alla guida di chi può meglio supportarci, per condividere le risorse residuali, ma immediatamente disponibili: sguardi, abbracci, strette di mani, pensieri, riflessioni, domande, risposte, lacrime, sfoghi, idee e ogni altra libera espressione del proprio travaglio, che chi è vicino sente e comprende. Non spaventiamoci se, lì per lì, ci sembrano risorse deboli e insufficienti, per contrastare il ciclone che ci ha travolto, perché sono la nostra vera e, spesso, sottostimata dote da mettere in campo, anzi dobbiamo convincerci che tali risorse ben valgono e sono spendibili, se vengono messe assieme a quelle degli altri, unite con semplicità e volontà, proprio l’una accanto all’altra, per poter leggere il presente e per saper guardare con fiducia al futuro che ci attende”.

“Possiamo provare un poco di sollievo e accennare perfino un timido sorriso che rasserena e consola, sapendo magari che Andrea, in un’altra dimensione, ha raggiunto il babbo già sceso al suo capolinea e con lui parla, ride e corre verso altre ignote mete – conclude la preside – a noi, dunque, il compito di stare accanto, con delicatezza di sentimenti e concretezza di gesti, alla mamma e alla sorellina rimaste, con il resto della famiglia e con noi, da questa parte di quella barricata”.

Gli amici di Andrea hanno reagito con estrema sofferenza a quanto accaduto ed è stato quindi deciso un intervento degli psicologi per aiutare sia i ragazzi del liceo scientifico sia i compagni di canoa che non riescono a superare lo shock di aver visto Andrea per oltre un’ora incastrato in un tronco sotto il ponte della Maddalena tra Lavagna e Chiavari.

Anche la madre di Andrea, Monica, attraverso il suo avvocato Rachele De Stefanis ha voluto lanciare un messaggio: “Vogliamo solo concentrarci sul bene che si è potuto fare con la donazione degli organi di Andrea. Adesso conta solo quello”. La donna fa sapere: “Non vogliamo rilasciare dichiarazioni, chiediamo rispetto per il dolore che stiamo vivendo. Confidiamo nelle indagini che la Procura ha avviato soprattutto sulle modalità di soccorso”.

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