Genova. “Per ora noi siamo attrezzati. Nel caso in cui dovesse arrivare una nave noi siamo preparati e abbiamo la struttura in piedi, poi ovviamente chiederemo le risorse appropriate al Governo”. Così il sindaco Marco Bucci conferma la disponibilità di Genova a organizzare lo sbarco di migranti sulle proprie banchine mentre La Spezia si prepara all’arrivo della Geo Barents, previsto per il tardo pomeriggio di sabato.
Dopo l’apertura più volte sottolineata dal presidente Giovanni Toti, potrebbe essere proprio Genova la prossima città designata dal Governo? “Non lo so, lo decide il ministero dell’Interno, per adesso non ho avuto segnali su questo – risponde il primo cittadino -. È chiaro comunque che, se avessi segnali, lo faremo sapere alla città”. Gli ultimi vertici coordinati dalla prefettura non hanno individuato un luogo preciso per un eventuale sbarco, ma l’obiettivo sarà quello di concentrare in un solo spazio tutte le attività di prima accoglienza, dalle visite mediche alla distribuzione di pasti all’identificazione.
Nel frattempo, a difesa della linea del governo Meloni che continua a scegliere porti lontani dai luoghi di salvataggio per alleggerire la pressione su quelli del Sud, interviene il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, presente alla cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria a Palazzo Ducale: “Concedere porti in questo momento dimostra che il governo italiano, pur non volendo agevolare i trafficanti, deve comunque rispettare le norme del diritto marittimo“.
Una parte dei 237 migranti attesi alla Spezia (di cui 87 minori, secondo i dati forniti da Medici Senza Frontiere) sarà “certamente” ospitata a Genova, secondo il prefetto Renato Franceschelli: “È così ogni volta che ci sono sbarchi in Italia, vengono distribuiti in varie regioni in proporzione agli abitanti. Sicuramente mi aspetto una quota anche in Liguria e, come succede quasi quotidianamente, faremo la nostra parte dividendoli nelle varie province”.
Nessun dato ufficiale prima delle pratiche di identificazione, ma le procedure di distribuzione saranno le stesse degli sbarchi che avvenivano in porti come Lampedusa. “Certamente il sistema è sotto stress perché i numeri sono cresciuti molto – avverte Franceschelli – ma non ci sono problemi. Stiamo chiedendo a tutti i gestori delle strutture di accoglienza uno sforzo maggiore perché abbiamo bisogno di più strutture e più spazi”.
E sulla politica intrapresa dal Governo, Franceschelli sposa la medesima linea del presidente Toti: “Credo abbia detto bene il presidente della Regione. È un concetto di solidarietà diffusa di tutti i porti italiani. Il sistema di accoglienza dei porti è ormai collaudato. Che questo avvenga ad Augusta o a Trieste cambia poco dal punto di vista dell’organizzazione”.
“I porti più vicini sono stati ampiamente utilizzati, la maggior parte delle navi Ong che hanno raggiunto il territorio nazionale sono arrivate in Sicilia – riflette oggi il governatore ligure-. Capisco che possa essere un po’ più scomodo raggiungere i porti del Nord, ma è anche vero che, se questi migranti devono essere ospitati in centri di accoglienza temporanea nel Nord del Paese, ha senso farli sbarcare più vicini ed evitare viaggi in pullman da 1.200 chilometri per persone che hanno già sofferto abbastanza. Lo ritengo razionale”.