Genova. Compariva praticamente in tutte le foto di Boccadasse e negli anni era diventato un simbolo stesso del borgo marinaro. Ha resistito per quarant’anni a tutte le intemperie, dopo aver affrontato innumerevoli viaggi per mare. Non questa volta: la violenta mareggiata che si è abbattuta su Genova la scorsa notte ha distrutto lo storico gozzo Sant’Antonio, noto anche col suo “numero di targa” GE8317, lo stesso che dava il nome all’ittiturismo di via Aurora aperto dalla cooperativa dei pescatori.
“Non c’è stato nulla da fare, stanotte ci siamo alzati per rimuoverlo ma era troppo tardi – racconta Mario Migone, pescatore e gestore del locale che propone anche esperienze in barca -. Ultimamente non aveva più navigato perché dovevamo fare dei lavori. Volevamo spostarlo ma per questioni storiche lo abbiamo sempre lasciato lì, anche perché i negozi avevano bisogno di spazio per i dehors”.
Il gozzo, tipica imbarcazione genovese usata per la pesca, era stato restaurato e usato come set per video promozionali e in occasione di Euroflora era stato addobbato con piante e fiori. Era davvero parte integrante della spiaggia e dell’inconfondibile paesaggio di Boccadasse. Oggi non è rimasto più quasi nulla, se non qualche pezzo di legno. “Stamattina – prosegue Migone – c’era gente che li raccoglieva per portarsi a casa un ricordo”.
Nonostante la perdita affettiva, per fortuna Boccadasse non ha subito gli stessi gravissimi danni provocati dall’epocale mareggiata del 2018. I muri di protezione hanno retto alla furia delle onde. Tra i ristoranti l’unico a riportare danni è stato il Patanegra, situato nella posizione più esposta ai flutti. Chi gestisce attività nel borgo chiede opere di protezione a mare, come i gestori della Sportiva Sturla che stamattina hanno trovato la sede devastata: “Qui – conclude Migone – si doveva realizzare una diga sommersa, ma non si è mai fatto nulla. E questi sono i risultati”.