Genova. “Negli ultimi anni, almeno dal 2005, noi viviamo perenni stagioni di lotta a cui non ci siamo mai sottratti per difendere il lavoro, il reddito e la fabbrica. Recentemente il decreto 2/2023 del Governo segna una possibile inversione di tendenza. Un unico commento: monitoreremo passo passo questo percorso con l’obiettivo di difendere i lavoratori, il loro posto di lavoro, una realtà industriale per la città, una fabbrica che nella nostra storia è la fabbrica di Guido Rossa“.
Sono le parole scandite da Armando Palombo, coordinatore della Rsu dell’ex Ilva per la Fiom Cgil, durante la commemorazione nel 44esimo anniversario dell’assassinio del sindacalista genovese per mano delle Brigate Rosse. Alla cerimonia nel magazzino transiti dell’acciaieria hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, il presidente della Regione Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci e il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi. Una corona è stata poi deposta nell’officina meccanica in cui lavorava.
“Questo è un appuntamento che non riguarda solo la memoria, che è dovuta a un uomo che ha sacrificato la sua vita per la lotta al terrorismo, ma è molto di più – riflette il segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calà -. C’è la contemporaneità del messaggio di Rossa nella sua caparbietà nelle riforme sociali, nell’impegno sindacali, nell’idea di una rivoluzione che ha cambiato la vita delle persone. E poi c’è una contemporaneità nella difesa dei diritti dei lavoratori e della fabbrica. Oggi questa fabbrica è messa in discussione, non è l’unica in Liguria che è la punta del triangolo industriale del Nord produttivo e che sempre di meno ha una presenza industriale. Noi dobbiamo difendere con i denti l’industria nella via indicata da Rossa perché questa non è una terra che può vivere solo di turismo e logistica.
“Sono passati 44 anni, tantissimo tempo, e siamo ancora qui nella sua fabbrica a celebrare non solo il ricordo ma anche l’esempio, il messaggio immortale che Guido Rossa ci ha lasciato – aggiunge Luca Maestripieri, segretario generale ligure della Cisl -. Uno dei suoi insegnamenti più importanti è quello del senso di responsabilità. La responsabilità è merce rara in economia, in politica e spesso anche nel sociale. Spesso addirittura è associata a qualcosa di negativo, quando si pensa ai giochetti della politica. In realtà la parola responsabilità dovrà tornare al centro ed essere il fulcro di un campo di azione comune della politica, del sindacato, delle relazioni sindacali del futuro, con buona pace di tutte quelle aziende, e sono molte, che considerano il sindacato un orpello inutile o addirittura un ostacolo alle ambizioni di crescita e sviluppo. Questo lo dobbiamo contrastare e Guido Rossa ci ha insegnato proprio il senso di responsabilità che oggi dobbiamo riscoprire a tutti i livelli”.
Per Fabio Servidei, componente della segreteria regionale della Uil, “il suo ricordo rimarrà nel nostro filamento genomico. I suoi valori e il suo sacrificio nella scelta per la democrazia contro ogni limitazione delle libertà è la rappresentazione vera della persona a memoria delle future generazioni. Oggi a maggior ragione il suo ricordo deve avere un valore ancora più importante in una realtà come la nostra in cui c’è un’economia finanziaria che ha bruciato completamente l’economia reale, ponendo sull’altare il capitale umano e soprattutto i giovani, facendogli perdere la prospettiva di un futuro dato dal lavoro. Sono i valori per cui Guido Rossa negli anni ’70 combatteva perché voleva mettere al centro la persona e i suoi fabbisogni, esattamente ciò che oggi serve. E il fatto che oggi siano presenti anche le scuole è il giusto modo per trasmettere quei valori alle nuove generazioni. È importante che non ci si giri dall’altra parte, sarebbe un errore troppo importante”.
“Le grandi democrazie si reggono sulle leggi, ma soprattutto sugli esempi. Questa città ne ha molti, a partire dal Risorgimento, fino a quelli eroici degli anni di piombo, una stagione che ha contato oltre 350 vittime della violenza terroristica. Credo che l’esempio di Guido Rossa abbia qualcosa in più perché la sua uccisione rappresentò la prima lampante dimostrazione del fatto che con le pistole e la violenza non si sarebbe cambiato questo paese né difeso il diritto del lavoro – interviene il presidente della Regione Giovanni Toti -. Quel momento ha rappresentato il punto di svolta a metà di quel lungo periodo, che va dalla strage di Piazza Fontana a quella di Bologna, in cui tante persone sono cadute sotto il piombo dei terroristi. I funerali in Piazza De Ferrari hanno segnato uno spartiacque all’interno di quel tragico periodo italiano, toccando l’apice della violenza terrorista ma anche l’inizio della sua fine. Ricordare Guido Rossa qui oggi fa bene a tutti. Gli esempi hanno un’altra peculiarità, quella di essere condivisi. Non sono memoria e valore solo di qualcuno, ma di tutti. La presenza oggi di tante istituzioni, del mondo sindacale e del lavoro lo dimostra. In questi capannoni si è costruito un pezzo di storia dell’Italia, di cui siamo tutti quanti orgogliosi. Ricordare chi si è sacrificato per questo Paese, come ha fatto Guido Rossa, è il modo migliore per ricordare chi siamo e chi ha lottato per essere dove siamo, ma anche per costruire un pezzo del nostro futuro. Grazie per questa giornata e per la memoria che custodite”.
“Oggi ricordiamo il sacrificio di Guido Rossa, l’operaio e sindacalista vittima del terrorismo, assassinato 44 anni fa per il suo senso del dovere e per la tenace difesa della democrazia e della libertà. Un esempio di vita, un simbolo di coraggio il cui ricordo rimane impresso nel cuore e nella memoria di tutti noi. Abbiamo bisogno di uomini come Guido Rossa, oggi e sempre, per costruire qualcosa di grande per il futuro della nostra Genova”, aggiunge il sindaco Marco Bucci.
“Il sacrificio di Guido Rossa ci ricorda i momenti difficili della nostra Repubblica. La minaccia del terrorismo insidiava il mondo del lavoro per spaccare i sindacati e la fratellanza fra operai. Lo stabilimento ex Ilva di Genova è un simbolo che il Governo sta cercando di difendere, l’acciaio è fondamentale per l’economia. Solo tramite il lavoro e la voglia di rilancio potremo lasciare ai nostri figli un Paese migliore di quello che abbiamo trovato”, sottolinea il viceministro Edoardo Rixi.
“Guido Rossa fu ucciso perché aveva capito la fase storica che viveva il suo Paese e ne aveva tratto le conseguenze, anche sul piano delle scelte personali – dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Armando Sanna – È morto perché credeva nella democrazia e non voleva cedere alla paura, aveva la coscienza di battersi per una società migliore. È rimasto fino in fondo su una barricata che troppi hanno avuto fretta di abbandonare. Sono passati più di quarant’anni da quel giorno, non dimenticheremo mai il suo coraggio. Guido Rossa ci ha indicato da che parte dovevamo stare e il nemico contro il quale combattere. Il giorno del suo funerale partecipò il mondo intero, tutta la città si era bloccata e si è riversata in piazza. Saremo eternamente grati a Guido”.

Al termine della cerimonia sono state consegnate le borse di studio, intitolate a Pino Lo Russo e finanziate dalla società di mutuo soccorso Guido Rossa, a sette ragazzi usciti dalle scuole superiori genovesi, figli di dipendenti delle acciaierie di Cornigliano. I requisiti stabiliti per l’assegnazione: essersi diplomati nell’anno scolastico 2021/2022 con voto minimo di 80/100 e con un Isee massimo di 30mila euro. Ogni anno sono dieci le borse a disposizione.