Shoah

Giornata della Memoria, l’esperto: “Pregiudizio antiebraico ancora radicato nel linguaggio” fotogallery

Seduta solenne del Consiglio regionale con David Meghnagi, direttore del master in didattica della Shoah a Roma Tre

shoah finale

Genova. Dopo due anni è tornata in presenza la seduta solenne del Consiglio regionale per il Giorno della Memoria. Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei e l’orazione ufficiale di David Meghnagi, nato a Tripoli da una famiglia ebraica nel 1949, direttore del master internazionale di secondo livello in didattica della Shoah presso l’università Roma Tre, si è svolta la premiazione degli studenti liguri vincitori della 15eima edizione del concorso indetto dall’assemblea legislativa “27 gennaio: Giorno per la Memoria”.

“La maggior parte di noi – ha esordito il presidente Gianmarco Medusei – è nata e vive, oggi, in un’epoca in cui lo Stato democratico e i diritti dell’individuo sono alla base del vivere sociale, apparendo scontati e inderogabili. Tuttavia non si deve dimenticare che quegli stessi diritti vadano costantemente difesi, senza abbassare mai la guardia; sono ancora troppe le tensioni, in molte aree del mondo, a confermarci che odio, violenza e discriminazione, restano germi diffusi e difficili da debellare, seppur siano trascorsi già 78 anni da quel 27 gennaio del 1945, data di liberazione del lager di Auschwitz”.

Il presidente ha ricordato i terribili numeri dello sterminio e, in particolare, il milione e mezzo di bambini uccisi nei campi di concentramento. “Per queste ragioni, ogni anno, è un dovere delle Istituzioni non solo ricordare, ma impegnarsi sempre più, giorno dopo giorno, affinché le libertà fondamentali, i principi di uguaglianza, di democrazia, del rispetto umano dell’individuo, che sono i cardini della nostra Costituzione, non vadano ad affievolirsi. Rinnoviamo, quindi, la nostra adesione, senza alcun indugio, ai più elevati valori del vivere civile, che in questa assemblea sono e saranno sempre garantiti e difesi. Il popolo ebraico, primo destinatario della furia nazista, ha definito Shoah quell’immane tragedia, ossia completa distruzione, totale annientamento”.

“Il ricordo del passato non serve solo ed esclusivamente ad aiutare chi è sopravvissuto a ricomporre le fratture della propria esistenza, serve soprattutto dal punto di vista cognitivo sviluppare un pensiero critico rispetto ai pericoli del presente. Questo fa parte dell’attività formativa dei giovani e serve come monito alla politica per la capacità di avere sempre presente, ad esempio, che la corruzione del linguaggio nella vita quotidiana e politica rappresenta un pericolo non adeguatamente compreso”, ha commentato Meghnagi prima della seduta.

“La lotta contro il pregiudizio è una sfida difficilissima perché il pregiudizio antiebraico – ha esordito durante l’orazione – è profondamente radicato nell’inconscio e nel linguaggio e si può combattere solo con la cultura e la difesa delle istituzioni democratiche, il pericolo è quando l’antisemitismo viene usato come strumento per rimodellare la società, come è avvenuto nel nazismo e in Italia con le leggi del 1938 che hanno stravolto l’assetto del paese”.

“Ma ogni fase ha preparato l’altra eppure ma non tutte dovevano necessariamente sfociare in quello che è accaduto perché in ogni momento si poteva scegliere, e qualcuno ha scelto diversamente con l’esilio, il confino, nascondendo persone braccate mettendo a rischio anche la vita della propria famiglia”, ha continuato Meghnagi che ha ricordato, fra questi, gli oltre 600mila militari che rifiutarono di combattere per la Repubblica di Salò “dimenticati per lungo tempo, non considerati un elemento fondamentale per la costruzione della Repubblica. E la guerra è finita prima anche grazie al sacrificio di quelle persone”.

Fra coloro che hanno cercato di interrompere questo processo di morte il docente ha ricordato anche gli operai che hanno salvato le fabbriche che i nazisti volevano trasferire in Germania e, accanto alla resistenza militare dei partigiani, “ci sono stati tanti atti di eroismo, non tutti inquadrabili nelle rappresentazioni pubbliche della politica ma piccoli fatti della vita quotidiana che hanno slavato l’onore dell’Italia”.

Meghnagi è poi entrato in quel doloroso processo di senso di colpa, di rimozione psicologica e individuale che ha caratterizzato gli anni successivi alla guerra e ha invitato a non chiudersi nella sofferenza: “Diamo ai nostri figli e nipoti una sensazione di speranza. Lo sterminio ha messo in evidenza – ha spiegato – che l’idea di progresso era entrata profondamente in crisi e che gli Stati più avanzati hanno praticato una barbarie inimmaginabile e ha dimostrato che l’essere umano, nonostante il progresso, in determinati contesti può comportarsi in maniera distruttiva e inimmaginabile e che questa distruttività non è legata semplicemente al comportamento singolo delle persone, ma ad una macchina statale fondata sulla frammentazione dei simboli, sulla mancanza della certezza del diritto, dove la catena di comando è assoluta, e pone sfide e domande all’etica e ci aiuta anche a capire meglio le situazioni normali e ci invita a riflettere sui pericoli in cui tutti ci troviamo”. Il relatore, infine, ha citato Primo Levi fra i testimoni della Shoah “che non hanno trasformato il dolore in rancore, ma hanno creduto nel bene nonostante il male e sono diventati i profeti del nostro tempo”.

“È una giornata per non dimenticare – ha commentato a margine il presidente ligure Giovanni Toti -. La Regione Liguria è stata anche la prima ad adottare l’interpretazione di antisemitismo tra le Regioni italiane, credo sia un merito di questo consiglio regionale e un segno di sensibilità di una terra che nella tragedia della seconda guerra mondiale ha saputo esprimere punte di eccellenza, compresa la medaglia d’oro della città di Genova e quell’insurrezione di popolo che ha liberato il nostro territorio prima ancora delle truppe alleate. È una giornata fondativa della nostra repubblica”.

consiglio solenne memoria 2023

La seduta si è conclusa con la premiazione degli studenti che hanno vinto la 15esima edizione del concorso “27 gennaio: Giorno per la Memoria”, che è indirizzato agli allievi degli istituti di scuola media superiore della Liguria attraverso la legge 9 del 16 aprile 2004 del Consiglio regionale. Gli studenti saranno accompagnati da una delegazione del Consiglio regionale ad Auschwitz fra il 26 febbraio e il 2 marzo prossimo.

 

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