La Spezia. La nave di ricerca e soccorso Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, a partire dalle 14 di oggi lascia il porto di La Spezia, diretta verso il Mediterraneo centrale, per una nuova missione.
La nave ha terminato lo sbarco dei 237 migranti domenica 29 gennaio, dopodiché è rimasta bloccata in porto per accertamenti di polizia. Ieri mattina, 30 gennaio, infatti gli agenti sono saliti a bordo, su disposizione della prefettura della Spezia, per effettuare tutti i controlli necessari a capire se la nave ormeggiata da sabato pomeriggio a Calata Artom abbia o meno violato il decreto Piantedosi sui salvataggi in mare.
La prefettura ha imposto, visti i casi di Covid, la sanificazione della nave da parte di una ditta esterna e solo dopo di sono potuti salire a bordo i poliziotti per scandagliare registri, diari di bordo, verbali e registrazioni. In caso di accertata violazione, per Medici Senza Frontiere, sarebbe scattata una pesante sanzione. Ma secondo quanto si apprende, al momento non è stata comunicata alcuna sanzione. Il via libera è stato dato dalla Capitaneria di porto.
L’imbarcazione di Medici Senza Frontiere, arrivata alla Spezia – come stabilito dal governo – con 237 migranti, prima di mettersi in viaggio verso nord ha effettuato tre diversi salvataggi, due in più di quanto “concesso” dal decreto.
“Non c’erano altre navi nelle vicinanze delle barche dove si trovavano le persone che abbiamo salvato, sarebbero sicuramente morte, abbiamo agito in base al diritto della navigazione”, hanno ribadito più volte da Medici Senza Frontiere.
“È giusto che si rispettino leggi, che si dia un ordine alle cose, ma francamente non la ritengo una priorità” ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti intervenendo ieri mattina, 30 gennaio, a Tg1 Mattina e rispondendo alla domanda se ritenesse l’impianto del decreto Piantedosi efficace per gestire i flussi.
“Sulle Ong non sono un esperto, ma in generale mi sembra un tema molto marginale – ha aggiunto – La maggior parte dei migranti arrivano con barchini, barchette, mezzi di fortuna con le tragedie che si lasciano alle spalle, le Ong sì e no ne portano il 10%. È giusto dare un codice di regolamentazione, ma non sarà il fattore che cambierà la storia dell’immigrazione nel nostro Paese”.
Toti ha concluso: “Ho ritenuto corretto che il ministro Piantedosi individuasse porti di sbarco nel Nord per solidarietà nazionale ai porti del Sud che ogni settimana sono interessati da queste operazioni, una o due navi tra Genova e La Spezia non cambieranno la vita della Liguria“.