Genova. Disastro colposo e frana colposa: sono le due ipotesi di reato del fascicolo aperto dalla Procura di Genova per il crollo del 24 dicembre, in via Posalunga a Borgoratti, che ha causato l’evacuazione di due palazzine, in tutto 46 persone.
Il fascicolo, a carico di ignoti, è in mano al pubblico ministero Fabrizio Givri e all’aggiunto Paolo D’Ovidio del gruppo Ambiente.
Le indagini, come riporta l’agenzia Ansa, si focalizzano su due aspetti: da un lato quello geologico e dall’altro quello amministrativo. Gli investigatori vogliono innanzitutto capire cosa abbia provocato la frana e poi di chi siano le responsabilità e chi doveva mettere in sicurezza l’area. Nel mirino anche la caduta di alcuni massi tre giorni prima e gli allarmi inascoltati lanciati da anni dai residenti.
Tre giorni prima del crollo si era verificato un distacco di massi: erano intervenuti i pompieri che avevano sgomberato l’appartamento poi sventrato nella frana della vigilia di Natale. L’area è di proprietà dell’Agenzia del demanio. Intanto nei giorni scorsi la maggior parte dei residenti sono rientrati in casa grazie all’apertura di un ingresso provvisorio tramite un box laterale.
I lavori di pulizia, propedeutici all’installazione di una rete paramassi, sono eseguiti da una ditta incaricata dall’Agenzia del demanio. Che, in una nota inviata il 28 dicembre, pur risultando proprietaria dell’area si era detta “non responsabile né corresponsabile” per quanto accaduto. Su quell’area “è in corso un contenzioso attraverso l’avvocatura distrettuale dello Stato, per la determinazione della proprietà delle aree coinvolte“. Il Demanio, infatti, le avrebbe ricevute per “rinuncia abdicativa” da parte della cooperativa che ha edificato i palazzi.
Dalle testimonianze degli abitanti sono emersi anni di preoccupazioni sulla stabilità di quel versante, che però non sarebbero mai sfociati in atti a conoscenza della pubblica amministrazione. L’amministratrice del condominio, Simonetta Canepa, aveva spiegato che non c’erano mai state situazioni di pericolo concrete. A marzo, però, l’Agenzia del demanio era già intervenuta dopo la caduta di massi in corrispondenza di un’altra facciata del civico 46A di via Posalunga.