Genova. Saranno completati entro il mese di marzo i lavori di messa in sicurezza dopo la frana in via Posalunga, a Borgoratti, che ha sventrato un appartamento e obbligato a evacuare un intero palazzo alla vigilia di Natale. Lo ha chiarito oggi l’assessore alla Protezione civile Sergio Gambino rispondendo a un’interrogazione del consigliere Nicholas Gandolfo della lista Toti per Bucci.
“Al momento è in conclusione la progettazione della messa in sicurezza del versante – ha spiegato l’assessore -. La ditta incaricata in somma urgenza dall’Agenzia del demanio si sta approvvigionando del materiale necessario per i lavori. La messa in sicurezza definitiva dovrebbe concludersi a marzo, mentre la rimozione dei detriti, già in parte disaggiati durante i lavori, dovrebbe concludersi a maggio-giugno”. Il progetto prevede l’installazione di una rete paramassi per prevenire altri crolli.
Si tratta di un passaggio fondamentale per far rientrare i residenti dei cinque appartamenti ancora sottoposti a ordinanza di sgombero: gli interni 1, 2 e 6 del civico 46 e gli interni 5 e 8 della scala A del civico 46A. “Fino al 9 gennaio sono stati ospitati in albergo a nostre spese – ha riferito ancora Gambino – poi gli uffici dell’emergenza abitativa hanno proposto loro immobili in disponibilità del Comune di Genova, ma attualmente hanno preferito alloggiarsi in autonomia presso strutture da loro trovate. C’è solo una persona alla quale abbiamo chiesto l’attestazione Isee per la possibile assegnazione di una casa comunale. Ma la speranza è che entro marzo-aprile sia completata la messa in sicurezza dell’area perché le persone possano tornare nelle loro abitazioni”.
Tutti gli altri inquilini erano rientrati il 30 dicembre dopo l’apertura di un varco provvisorio attraverso uno dei box al piano terra dello stabile. In questo modo è stato garantito un accesso alternativo al portone, considerato insicuro perché potenzialmente esposto a nuove frane dal versante che era collassato nella mattinata del 24 dicembre.
Sulla frana la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e frana colposa. Il fascicolo, a carico di ignoti, è in mano al pubblico ministero Fabrizio Givri e all’aggiunto Paolo D’Ovidio del gruppo Ambiente. Le indagini si focalizzano su due aspetti: da un lato quello geologico e dall’altro quello amministrativo. Gli investigatori vogliono innanzitutto capire cosa abbia provocato la frana e poi di chi siano le responsabilità e chi doveva mettere in sicurezza l’area. Nel mirino anche la caduta di alcuni massi tre giorni prima e gli allarmi inascoltati lanciati da anni dai residenti.
L’area è di proprietà dell’Agenzia del demanio che, in una nota inviata il 28 dicembre, pur risultando proprietaria dell’area si era detta “non responsabile né corresponsabile” per quanto accaduto. Su quell’area “è in corso un contenzioso attraverso l’avvocatura distrettuale dello Stato, per la determinazione della proprietà delle aree coinvolte“. Il Demanio, infatti, le avrebbe ricevute per “rinuncia abdicativa” da parte della cooperativa che ha edificato i palazzi. di rientrare in loro abitazioni