Genova. La rotatoria all’uscita della Sopraelevata, riqualificata nel 2017 con la rosa dei venti e la scritta Benvenuti in diverse lingue, sarà cancellata entro un paio d’anni. Da una parte il Waterfront di Levante, con piazzale Kennedy trasformato in un parco, e dall’altra l’arrivo in viale Brigate Partigiane del tunnel subportuale destinato a sostituire la strada Aldo Moro causeranno una rivoluzione totale della viabilità nello snodo nevralgico della Foce, con la trasformazione della rotonda in un incrocio regolato da semafori. All’orizzonte, dunque, ci sono altri mesi di passione per il traffico dopo la fine dei lavori sul Bisagno.
Le modiche sono descritte nello studio di fattibilità tecnico-economica del nuovo parco della Foce che connetterà la promenade di corso Italia alla grande area verde del Waterfront. Pur non trattandosi ancora di un progetto definitivo, il piano recepisce già le indicazioni di Palazzo Tursi e definisce nel dettaglio la risistemazione dell’assetto stradale da attuarsi in tre fasi, tenendo conto che i lavori dovranno chiudersi entro la fine del 2024. Il tutto, però, dovrà integrarsi con gli svincoli del tunnel subportuale che sbucherà più a monte, per i quali lo studio di Autostrade prevede due diverse ipotesi, entrambe con profili di criticità.
Due saranno i cambiamenti più impattanti: arrivando da corso Marconi non sarà più possibile salire direttamente in Sopraelevata, mentre i veicoli che percorrono viale Brigate Partigiane in direzione mare non potranno più svoltare a sinistra verso corso Italia.
Nel primo caso, la soluzione sarà rappresentata da un torna-indietro all’altezza di via Cecchi che permetterà a chi proviene da Levante di fare inversione di marcia per poi imboccare la Aldo Moro. In teoria il tragitto, sebbene più lungo, dovrebbe essere più fluido perché la svolta a destra su viale Brigate Partigiane avverrà su due corsie senza semaforo, e così anche l’immissione in Sopraelevata.

Per raggiungere corso Marconi da nord, invece, bisognerà percorrere la nuova strada di accesso al Waterfront e da qui, attraverso un tornante, si potrà sfruttare una corsia di immissione ad hoc oppure accedere al futuro parcheggio interrato sotto il parco. Ma ci sarà anche un’alternativa: il riassetto del nodo prevede infatti una nuova intersezione semaforizzata tra viale Brigate Partigiane e via Cecchi con possibilità di svolta a sinistra per chi sopraggiunge da monte (mentre oggi per questo tragitto bisogna fare inversione in rotatoria). In questo modo, tra l’altro, si potrà comunque raggiungere piazza Rossetti.
In uscita dalla Sopraelevata ci saranno tre corsie che termineranno tutte con uno stop semaforizzato. La segnaletica permetterà di andare in tutte le direzioni: verso il Waterfront, in corso Marconi o in viale Brigate Partigiane. Da valutare le conseguenze che avrà l’interruzione forzata del flusso rispetto all’attuale immissione in rotatoria, che pure presenta momenti di congestione nelle ore di punta. Secondo lo studio viabilistico, il rosso per chi scende dalla Aldo Moro durerà 56 secondi alternati a 60 secondi di verde (più 4 secondi di giallo).

Le novità riguarderanno allo stesso modo i mezzi del trasporto pubblico. Anche perché proprio in piazzale Kennedy è previsto l’attestamento della linea di forza proveniente dalla Valbisagno, che sarà gestita interamente con bus elettrici. Su corso Marconi dovrebbero essere realizzate due corsie gialle in entrambe le direzioni (probabilmente a centro strada): per invertire la marcia e attestarsi al capolinea ricavato lungo piazzale Kennedy, i bus dovranno svoltare a sinistra e percorrere il “collo d’oca” all’entrata del Waterfront. Per verificare il transito con vetture da 18 metri è stato utilizzato un software di simulazione che ha dato esito positivo. La stessa manovra dovrà essere fatta dai bus della linea 31 per girare da viale Brigate Partigiane a corso Marconi.

Ma cosa succederà quando sarà completato il tunnel subportuale, che secondo gli annunci sarà pronto nel 2027 e terminerà in viale Brigate Partigiane anziché in piazzale Kennedy? I documenti disponibili ad oggi non aiutano a chiarirlo. Sullo snodo a mare non dovrebbe cambiare nulla, visto che l’assetto dipenderà in massima parte dai lavori del Waterfront, e d’altra parte nei piani della giunta Bucci c’è la demolizione del tratto orientale della Sopraelevata. Per gestire l’allacciamento con la nuova arteria sotterranea, invece, esistono due ipotesi.
La prima configurazione prevede un’intersezione a raso con semaforo per consentire la svolta a sinistra da viale Brigate Partigiane ai veicoli provenienti da sud. Il traffico in uscita dal tunnel, però, verrebbe convogliato tutto in direzione mare e questo imporrebbe di mantenere la rotatoria attuale per chi deve procedere verso nord. L’alternativa è la realizzazione di una grande rotatoria (in pratica sarebbe uno “slittamento” rispetto alla situazione odierna).

Ma per questa soluzione lo studio di fattibilità di Autostrade “rileva criticità nello smaltimento dei volumi attuali di traffico”, dovute in parte “alla massiccia provenienza di veicoli lungo la direttrice nord-sud (da e per corso Italia) e in parte alla connotazione dell’intersezione come rotatoria, con i conseguenti vincoli imposti da normativa, ad esempio il vincolo di una sola corsia in ingresso e uscita”.
“La soluzione – prosegue il documento – è comunque meritevole di considerazione, soprattutto nel caso in cui lo scenario di traffico dovesse essere significativamente modificato, con depotenziamento lungo la direttrice nord-sud. In tal caso, nelle successive fasi si potrà procedere ad un approfondimento progettuale, valutando la possibilità di procedere ad un allargamento dell’anello in modo da riportarsi ad un insieme di tronchi di scambio con rampe di ingresso e uscita dal tunnel a due corsie”.