Attesa

Ex Ilva, dopo il decreto il 19 gennaio tavolo a Roma per il rilancio: Genova chiederà il raddoppio del ciclo latta

Mentre a Taranto lo sciopero slitta al 19 gennaio Genova resta in attesa. Bonazzi (Fiom) "Ogni decisione dopo l'incontro, noi tante volte abbiamo scioperato in brillante solitudine"

Generico maggio 2022

Genova. E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale due giorni fa il decreto “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale”, tecnicamente non dedicato all’Ilva ma appunto agli tutti gli impianti di interesse strategico nazionale ma disegnato su misura per il rilancio degli stabilimenti di Acciaierie D’Italia.

E il 19 gennaio il ministro del made in Italy Adolfo Urso ha convocato azienda e sindacati a un tavolo per illustrare le misure nel dettaglio chiedendo, a quanto pare esplicitamente all’azienda, di arrivare con un piano industriale in dettaglio. In sunto il decreto prevede alcune misure importanti a cominciare dal fatto che mette sul piatto un miliardo e quasi 700 milioni in due anni: il decreto stabilisce il finanziamento di 680 milioni, che potranno servire “fin da subito”, dunque prima del 2024 , quale finanziamento soci convertibile in un futuro aumento di capitale con cui portare la partecipazione dello Stato al 60% a cui ArcelorMittal contribuirà con 70 milioni di euro per attestarsi ad una quota del 40% a cui si aggiunge 1 miliardo di euro del decreto aiuti bis del governo Draghi che potrà essere erogato entro il 2024. Non solo nel decreto è previsto che in compagini aziendali a partecipazione statale e non quotate in borsa, se il socio di maggioranza (cioè Arcelor Mittal) non chiede l’amministrazione straordinaria quando ve ne siano le condizioni, potrà farlo il socio di minoranza, vale a dire lo Stato. C’è lo scudo penale ma soprattutto ci sono misure che consentono di garantire la funzionalità degli impianti anche in caso di sequestri o confische della magistratura.

A Taranto i sindacati avevano annunciato un sciopero per l’11 gennaio, poi convertito in una conferenza stampa di Rsu, Regione e Comune a Roma. E hanno poi deciso di proclamare sciopero il 19 gennaio, giorno in cui il ministro Urso ha convocato l’incontro con i sindacati.
Genova e con lei tutti gli stabilimenti del Nord Italia hanno deciso di non scioperare in attesa del confronto con ministro e azienda: “Genova aspetta da quell’incontro chiarezza sul decreto e prospettive concrete per lo stabilimento di Cornigliano – chiarisce il segretario della Fiom genovese Stefano Bonazzi – ogni eventuale decisione verrà presa solo dopo quell’incontro. Credo che sulla decisione di fare o non fare sciopero ogni territorio debba avere la sua autonomia tanto più che a Genova, come tutti sanno, abbiamo sciopero tante volte in brillante solitudine”.

All’incontro del 19 i sindacalisti genovesi andranno con una richiesta ben precisa: “Visto che vengono previste risorse importanti noi chiediamo un investimento che preveda almeno il raddoppio della linea della latta” dice Bonazzi. Un investimento che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni e consentirebbe di rilanciare lo stabilimento di Cornigliano e mettere in sicurezza posti di lavoro e aree industriali.

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