Genova. Accensione rinviata di settimane e organizzata per fasce orarie, case dove le stanze meno utilizzate vengono chiuse e tenute senza caloriferi in funzione, strati di maglioni e pile. Ma per tanti cittadini genovesi gli accorgimenti per risparmiare non sono mai abbastanza e, se si tengono in considerazione solo gli impianti centralizzati, sono quasi la metà quelli che negli ultimi mesi hanno ricevuto almeno un sollecito di pagamento. Si parla di circa 8mila condomìni sui 18mila totali secondo alcune stime dell’Anaci, associazione di amministratori di condominio che il 27 gennaio terrà il proprio convegno annuale a Genova.
L’ultimo caso di una lunga serie riguarda 40 famiglie residenti nella parte bassa del quartiere del Lagaccio. Iren ha staccato la fornitura idrica dopo la mancata risposta a diversi solleciti di pagamento. Risultato: niente acqua, quindi anche niente riscaldamento per giunta nei giorni più freddi dell’anno. I civici 18-20 e contigui sono palazzi di inizio Novecento, non coibentati, molti con infissi ormai poco efficienti e impianti obsoleti.
Il freddo non è l’unico disagio. Senz’acqua vengono meno anche le condizioni igienico sanitarie più basilari e per tanti residenti anziani o disabili non è possibile rifornirsi di bottiglie, vista anche l’assenza di un ascensore. Come spesso accade in queste situazioni, il clima è degenerato e una discussione tra condomini e amministratore – accusato di non avere avvisato dell’imminente distacco – ha reso necessario l’intervento della polizia.
Secondo Anaci i palazzi di via Del Lagaccio sono “in buona compagnia”. La percentuale di palazzi morosi si attesta oltre il 40%, un numero raddoppiato rispetto a una decina di anni fa. I solleciti sono diventati la norma e non sono più l’eccezione. Anche le rateizzazioni e i piano di rientro proposti dalle società di fornitura non sono più sufficienti a garantire un equilibrio economico che sta saltando.