Imperia. Dopo il grande clamore mediatico sollevato dal caso del bambino di Ventimiglia trovato agonizzante nella strada davanti casa dei nonni dopo aver riportato traumi gravissimi, anche la procura di Imperia rompe il silenzio, per chiedere una attenuazione dell’interesse mediatico, facendo chiarezza su alcuni aspetti della vicenda emersi dalle indagini portate avanti fino ad oggi.
Secondo quanto riportato dalla nota stampa a firma del procuratore Alberto Lari, infatti, “Gli accertamenti sinora effettuati in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore e che ne hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre dette lesioni a condotte volontarie di percosse o maltrattamento“.
Un fatto che se pur “non esclude in radice che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione”, potrebbe cambiare radicalmente la ricostruzione dei fatti fino ad oggi fatta.
“Un apporto decisivo per l’accertamento dei fatti, com’è ampiamente prevedibile, potrà essere fornito dal minore Costanza Elia Ryan – scrive il procuratore – le cui condizioni di salute, per quanto nettamente migliorate, non consentono al momento di poterlo esaminare sui fatti stessi con quel grado di attendibilità, tendenzialmente scevra da qualsiasi tipo di condizionamento esterno, auspicabile. Si è dell’avviso quindi che una responsabile attenuazione dell’interesse mediatico sulla vicenda, obbiettivamente da ridimensionare rispetto all’enfasi inizialmente data, grazie anche alla evoluzione estremamente positiva delle condizioni fisiche del minore, non potrà che procurare giovamento al sereno svolgimento delle indagini in vista dell’accertamento della verità”.
A motivare questa dichiarazione pubblica inusuale per una procura ci sarebbe “una molteplicità di ricostruzioni congetturali, talune destituite di qualsiasi serio fondamento”. Per questo motivo “pur nel rispetto del segreto di indagine” si ritiene “di dover indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità, onde disincentivare rappresentazioni decisamente fuorvianti degli eventi. Ciò anche al fine di far cessare la costante diffusione mediatica di immagini dei luoghi privati e delle persone coinvolte (persino dei minori), situazione che può concretamente pregiudicare la genuinità dell’acquisizione delle prove”.