Genova. Unione Popolare Genova chiede la rimozione immediata del bando pubblicato dal Comune di Genova che cerca una persona con specifiche competenze (madrelingua inglese, conoscenza della storia dell’emigrazione italiana, capacità di utilizzo di determinati strumenti informatici e così via) per svolgere, per quattro ore al giorno e per quattro giorni alla settimana, un ruolo di supporto all’accoglienza dei turisti stranieri al Mei, museo nazionale dell’emigrazione italiana, a titolo di volontariato.
“Il sindaco di Genova Marco Bucci − si legge nella nota − si domanda con che criterio si possa fare polemica sul bando di assunzione del Comune per una figura professionale super-qualificata, da impiegare al Museo del Mare, che dovrebbe lavorare 4 ore al giorno senza retribuzione! Unione Popolare di Genova si domanda invece come un Ente pubblico possa concepire che un lavoratore venga sfruttato e trattato da schiavo. Da anni si sta riducendo il lavoro dei professionisti della cultura a forme di precariato, sottopagati o costretti ad aprire partite iva“.
Unione Popolare si dice indignata per come il termine volontariato venga usato non per i nobili scopi per cui è nato, “ma per mascherare – neppure troppo bene – politiche di riduzione a servile manovalanza la professionalità di tanti giovani, che in Italia vengono considerati manodopera a costo zero”.
Per Unione Popolare Genova questo episodio “non è che un ulteriore tassello delle politiche della destra genovese in tema di sedicente volontariato: per gli stessi motivi, riteniamo infatti profondamente sbagliato il suo uso distorto promosso dal Comune di Genova attraverso i Patti di Collaborazione, la cosiddetta Cittadinanza Attiva, usata non per collaborare bensì per sostituire e manlevare il Comune dalla manutenzione e gestione di attività di sua spettanza”.