Genova. Non si placano le polemiche sulla vicenda del bando pubblicato sul sito del Comune e in cui si cerca una persona con specifiche competenze (madrelingua inglese, conoscenza della storia dell’emigrazione italiana, capacità di utilizzo di determinati strumenti informatici e così via) per svolgere, per quattro ore al giorno e per quattro giorni alla settimana, un ruolo di supporto all’accoglienza dei turisti stranieri al Mei, museo nazionale dell’emigrazione italiana.
La questione è stata affrontata in consiglio comunale, oggi, grazie a un articolo 55, documento di richiesta di approfondimento, voluto dal Pd. “Vogliamo sapere, al di là della questione etica, perché l’amministrazione abbia scelto lo strumento del volontariato anziché un’assunzione retribuita per far svolgere un lavoro per cui è richiesta una figura così qualificata, qui ci troviamo di fronte a un progetto involutivo per cui chi studia viene espulso dal mercato del lavoro, e ancora di più dal lavoro in ambito pubblico”, ha detto Simone D’Angelo, capogruppo Dem.
Sulla questione ha risposto il sindaco Marco Bucci: “Il Comune di Genova negli ultimi anni ha assunto 1416 persone, il bando del Museo dell’Emigrazione riguarda una persona, di fronte a questi numeri mi chiedo come si possa fare polemica”. Numerosi gli interventi critici da parte della minoranza, mentre la maggioranza di centrodestra ha cercato di valorizzare il ruolo del volontariato. Cosa che ha fatto anche lo stesso Bucci: “Quella del volontariato è una delle forme a disposizione dell’amministrazione per fare lavorare le persone, Genova e la città con più volontari d’Italia, probabilmente d’Europa, e noi ne siamo orgogliosi, a chi fa polemica dico che nei prossimi mesi avremo ancora più volontari oltre ai 661 ragazzi coinvolti con il servizio civile”.
Per Luca Infantino Segretario Generale Fp Cgil Genova “il lavoro qualificato va retribuito, lo stesso regolamento comunale in vigore lo prevede agli articoli 2 e 3. Chiediamo al Comune di ritirare il bando della discordia e invitiamo il Sindaco al confronto con le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto utilizzando finalmente il solo luogo preposto per dirimere le tematiche del lavoro, ovvero il tavolo della contrattazione”.
Era già successo che il Muma, rete di cui fa parte il Museo dell’Emigrazione Italiana, affidasse a figure volontarie compiti con la richiesta di competenze specifiche. Nel 2021 sempre il Comune aveva pubblicato un bando per trovare cinque persone disposte a digitalizzare, gratis et amore dei, tre milioni di negativi fotografici per costituire l’archivio della fondazione. Anche in quel caso non bastava avere buona volontà e tanto tempo libero ma era necessario avere conoscenze storiche, delle tecniche fotografiche, abilità manuale e nozioni informatiche almeno di base. Si erano candidate sette persone. Soltanto due di loro avevano passato le selezioni.