Contromisure

Autostrade, Rixi: “Governo al lavoro per calmierare i pedaggi per pendolari e autotrasportatori”

Il viceministro accusa i governi precedenti: "Impossibile intervenire per legge, lo Stato dovrebbe pagare i danni. Fu imprudente inserire gli aumenti nella compravendita"

Generico gennaio 2023

Genova. “Calmierare i pedaggi almeno per i pendolari e gli autotrasportatori, soprattutto in nodi come quello genovese dove le cantierizzazioni massicce stanno creando problemi enormi alla circolazione”. È questa la strategia del Governo per fermare, almeno parzialmente, i rincari del 2% scattati dal 1° gennaio su tutta la rete gestita da Autostrade per l’Italia. A spiegarlo è il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, intervenuto oggi alla commemorazione di Guido Rossa nel 44esimo anniversario dell’assassinio da parte delle Brigate Rosse.

“Il problema – osserva Rixi – è che l’aumento dei pedaggi non è stato deciso con una legge. Quando sono state acquistate le quote dai Benetton, è stato fatto un contratto di concessione, che prevede gli aumenti, e su cui è stato stabilito il piano economico-finanziario, dal governo Conte II, con il ministro De Micheli, e poi dal governo Draghi. È evidente che oggi, se lo Stato ci mette risorse e le dà ad Autostrade, non calmiererà i pedaggi ma pagherà sostanzialmente solo le annualità, col rischio che gli anni successivi i pedaggi aumentino ancora di più”.

Dunque, continua il viceministro, l’unica cosa che può fare il governo e che sta facendo è “chiedere ad Autostrade di utilizzare parte delle proprie risorse ancora disponibili” per ridurre i pedaggi almeno per alcune categorie di utenti. Dal Consiglio regionale era arrivata all’unanimità la richiesta di cancellare gli aumenti in Liguria e sullo stesso tema il deputato del Pd Lorenzo Basso ha annunciato un emendamento al decreto Milleproroghe.

Il problema, secondo Rixi, è stato causato dal governo precedente durante l’operazione di acquisizione di Aspi dai Benetton: “Quando lo Stato firma un contratto, su cui oggi ci sono due fondi stranieri, che incontreremo nei prossimi giorni, non si può cambiare con legge perché comunque lo Stato dovrebbe pagare i danni. È stato imprudente chi ha inserito questi aumenti quando ci fu la compravendita: l’avevo detto più volte. Oggi possiamo solo far calmierare i pedaggi al gestore perché è l’unico modo per cui non paghi lo Stato”.

Nel frattempo sono iniziati i lavori preliminari della Gronda – il cosiddetto “lotto zero” – ma non è ancora chiaro come verranno affrontati gli extra-costi. “Il tema si sta valutando con l’azienda – risponde Rixi -. Abbiamo un investimento di oltre 4 miliardi, prima che facciano 4 miliardi di lavori ne passa di tempo. Noi ci aspettiamo che, nel momento in cui arriverà il via libera dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, nel giro di qualche settimana partiranno anche i primi lotti”.

Sul tavolo c’è ancora la revisione complessiva del sistema delle concessioni. “Questo è un tema di sistema, non tanto per colpire gli investitori privati ma per non pagare in anticipo opere che l’utente magari non vedrà mai – prosegue il viceministro dei Trasporti -. E riguarda anche la durata delle concessioni: ammortizzare un’opera come la Gronda in 7-8 anni anziché 80-100 anni rischia di creare rincari importanti. Bisognerà capire come intervenire, questa settimana ci sarà un incontro con Aiscat. Mi auguro si riescano a modificare le norme che creano distorsioni importanti al sistema autostradale italiano e che rischiano in futuro di bloccare nuove opere”.

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