Genova. Alfredo Cospito sarà “ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute”. Lo ha spiegato l’avvocato Flavio Rossi Albertini.
Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Ieri il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a “rischio fibrillazione”, in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. Il trasferimento è stato disposto dal Dap.
Cospito quindi lascerà il carcere di massima sicurezza Bancali a Sassari dove da aprile è tenuto in regime di 41bis. Cospito è in sciopero della fame da 104 giorni, ha perso oltre 40 kg e il suo stato di salute è gravemente compromesso.
Il trasferimento è avvenuto nel pomeriggio e alle 17.45 l’anarchico 55enne è arrivato nel carcere di Opera a Milano.
Oggi pomeriggio nella riunione del consiglio dei ministri che si terrà alle 18.30 è prevista anche un’informativa sulla vicenda anche in seguito alle proteste e agli attentati incendiario delle scorse ore.
Per l’eventuale revisione del regime del 41bis occorrerà attendere il pronunciamento della Cassazione (l’udienza è fissata a inizio marzo), mentre un’istanza di sospensione sarebbe anche sul tavolo del ministro della Giustizia Nordio, presentata dal suo avvocato Rossi Albertini.
In queste ore tuttavia le dichiarazioni che arrivano dal governo non fanno pensare a un intervento dell’esecutivo: “Credo che lo Stato non si debba far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari” ha detto questa mattina la premier Giorgia Meloni.
Dello stesso tenore il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, intervistato al programma Tg4 ‘Diario del giorno’ su Rete 4. Per il ministro Cospito
“ha mostrato discreta pericolosità ed è stato condannato in via definitiva per gravissimi reati per i quali gli organi giudiziari hanno proposto il 41 bis. Io non entro in discussioni se sia appropriato o meno, ma le azioni degli anarchici, che non sottovalutiamo, non condizioneranno le nostre scelte future”.