Genova. Il dado è tratto, a meno che da un’altra dimensione non spunti fuori un’alternativa adeguata per sollevare Pra’, nel ponente cittadino, dal peso di ospitare quella che è stata soprannominata la “fabbrica dei cassoni” della nuova diga. “La scelta al momento è questa, se ci fosse un’alternativa valida la prenderemmo in considerazione ma finora nessuno ce l’ha presentata” ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci al termine del consiglio municipale monotematico sul futuro del bacino portuale del ponente. Anche il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini ha confermato che lo specchio acqueo attiguo al terminal Psa, davanti al Lido di Pegli, è quello più adeguato, per posizione, logistica e profondità del fondale, a ospitare le attività di lavorazione dei giganti di calcestruzzo che comporranno la nuova diga foranea.
Durante il consiglio in municipio Ponente, a Voltri, tanti i dubbi sollevati, fuori e dentro l’aula, dai cittadini e dai comitati ma anche dai consiglieri – in maniera bipartisan – e hanno riguardato i tempi, i modi, l’impatto dell’opera, il futuro della piattaforma cantiere una volta che sarà esaurito il suo compito, e ancora l’inquinamento acustico e atmosferico, gli effetti sul mercato immobiliare e sul traffico. Sullo sfondo, da parte di tutti, la sensazione che ancora una volta il ponente sia stato scelto come luogo deputato alle servitù.
Ma se sembra molto improbabile che Palazzo Tursi e Palazzo San Giorgio possano fare retromarce sulla questione – la nuova diga deve partire, e in fretta per non rischiare di perdere i fondi legati al Pnrr – se non altro durante il consiglio monotematico, da parte dei tecnici dell’Authority, sono arrivati alcuni chiarimenti.
Meno cassoni del previsto. Intanto i cassoni della nuova diga fabbricati a Pra’ saranno 39 su un totale di 97. Gli altri verranno costruiti e assemblati a Vado e Piombino. Si tratta di 20 cassoni in meno rispetto a quanto preventivato alcuni mesi fa. “Decisione che ha tenuto conto delle richieste dei residenti – ha detto Signorini – “Tuttavia per motivi legati ai costi e ai tempi non possiamo scendere sotto quel numero”. Le dimensioni dei cassoni sono di 66 metri di lunghezza per 30 di larghezza, con un’altezza di 33,70 metri. Le gru che li assembleranno saranno alte 60 metri.
Un impianto di betonaggio in loco. A Pra’, presso la piattaforma costruita ad hoc a sud-est del terminal Psa, sarà collocato un impianto di betonaggio che lavorerà in loco i materiali in modo da ridurre il traffico dei mezzi di cantiere. Quelli che dovranno essere approvvigionati sono cemento, inerti e ferro per l’armatura del calcestruzzo. L’impianto, promette l’Autorità portuale, sarà di ultima generazione e dovrà rispettare i limiti più stringenti relativamente all’impatto acustico.
Tempi, uomini e impatto sulla viabilità. Si parte nella primavera del 2024. I lavori dureranno due anni, hanno spiegato i tecnici di palazzo San Giorgio. A marzo 2023 sarà presentato un piano più preciso per quanto riguarda la mitigazione degli effetti dei cantieri sul territorio, anche viste le stime di impatto sulla viabilità: tre camion all’ora in media nelle 24 ore ma con transito diretto dallo svincolo di Genova Pra’ al sito, senza attraversare traffico ordinario. Anche i lavoratori, 300 su tre turni, si sposteranno su mezzi dedicati.
Monitoraggi e mitigazione. “Posso assicurare che queste lavorazioni non avranno un impatto negativo sull’ambiente e la salute dei cittadini” ha detto Bucci durante il suo intervento. Ma i residenti sono preoccupati. Dal Porto hanno dichiarato che, in base a uno studio effettuato tenendo in considerazione gli edifici in un raggio di 5 km dal sito, l’effetto potenziale dell’impatto acustico valutato dal Sia è risultato non significativo con “valori massimi nel complesso abbastanza contenuti”. Saranno comunque previsti spot di monitoraggio per tutta la durata del cantiere per le lavorazioni a maggior impatto, h24. Sarà prevista anche l’installazione di barriere fonoassorbenti. Per contenere eventuali emissioni in atmosfera (polveri, inquinamento) si utilizzeranno sistemi come la bagnatura dei cumuli e delle polveri, teloni per il trasporto, lavaggio delle ruote dei mezzi di cantiere.
La passerella sulla fascia e le altre compensazioni. L’autorità portuale ha presentato anche alcune opere come “compensazioni della nuova piattaforma”. Tra queste, un ponte ciclopedonale in acciaio che colleghi la stazione di Pra’ al parco delle dune che sta sorgendo sulla fascia di rispetto, ma i tecnici di palazzo San Giorgio hanno citato anche lo stesso parco, l’elettrificazione delle banchine del Psa e il nuovo parco urbano di Palmaro. Tutte opere che, hanno fatto notare diversi consiglieri municipali, tra tutti l’ex presidente di municipio Chiarotti, erano promesse e in programma già da tempo.
Quello della fabbrica dei cassoni è un nodo politico piuttosto ingarbugliato per il presidente di municipio Guido Barbazza che ancora non è riuscito a far digerire alla propria maggioranza quella che viene vissuta dal ponente come una decisione, l’ennesima, calata dall’alto. Il consigliere di Vince Genova Tommaso Boccanfuso ha detto che “il ponente viene troppo spesso utilizzato come un tappeto sotto cui nascondere l’immondizia”, Stefano De Luigi (Fratelli d’Italia) avrebbe voluto che i cassoni fossero realizzati nel porto di Sampierdarena, Aniello Sammarco (Forza Italia) ha sottolineato come il municipio avrebbe dovuto essere coinvolto non solo a cose fatte.
Sullo sfondo del consiglio monotematico il malcontento dei comitati per i tanti cittadini rimasti fuori dal salone per motivi di capienza, cittadini che hanno protestato a gran voce all’esterno del municipio e che poi hanno organizzato un breve corteo di protesta in via Camozzini. Alcuni esponenti dei comitati (fondazione Primavera, Pegli Bene Comune, Multedo e comitato Pegli Lido) hanno poi parlato con il sindaco Bucci. Presto ci sarà un incontro pubblico sulla questione ma di passi indietro non si parla. “Noi ascoltiamo tutti – ha concluso il sindaco – ma poi dobbiamo decidere, siamo qui per questo”.
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