Genova. Nelle ore in cui a livello nazionale impazzano i dibattiti sull’innalzamento o meno della soglia di 60 euro come limite oltre il quale gli esercenti saranno multati se rifiuteranno pagamenti con carte o bancomat, diventa virale l’esperienza capitata a Silvia Salis, genovese, vicepresidente del Coni ed ex campionessa olimpica di lancio del martello.
“E’ finita la pacchia” si è sentita rispondere da un tassista, ieri, a Genova, alla fine di un viaggio verso l’aeroporto Cristoforo Colombo quando ha provato a pagare la corsa con il bancomat. L’episodio è stato raccontato con una story su Instagram: “Nel taxi vedo il Pos quindi chiedo di pagare con il bancomat, 32 euro, mi dice che no, che ora lui non è più obbligato, che è finita la pacchia della banche, che a lui servono contanti”.
“Di fronte alle mie obiezioni – continua il racconto – il tassista inizia a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole. Ora lui può fare, finalmente, come vuole. Italia 2022”.
Sempre che le cose siano andate veramente così, in realtà il tassista non avrebbe proprio potuto fare come voleva: l’eventuale innalzamento del limite a 60 euro, sempre che sia attuato visto che Giorgia Meloni ha già dichiarato che sono possibili aggiustamenti al ribasso rispetto ai 30 euro attuali (per non scontentare troppo l’Ue), non avverrà prima di gennaio.
A Genova sono attive due società che effettuano servizio taxi, Radiotaxi 5966 e Gexi, ed entrambe comprendono vetture predisposte al pagamento con carte di credito e bancomat nonché di sistemi di prenotazione e pagamento via app. Il comportamento del singolo conducente però è indipendente dalle linee generali seguite dalle cooperative.
Silvia Salis, questa mattina, vista la diffusione mediatica del suo racconto, ha voluto precisare quanto accaduto e sottolineare il suo punto di vista. “Innanzitutto, voglio ringraziare i tassisti onesti, che svolgono un servizio pubblico indispensabile, e che si dotano degli strumenti per accettare ogni tipo di pagamento, e che sono la stragrande maggioranza. Segnalo, ad esempio, il tassista che ho incontrato al mio arrivo sabato all’Aeroporto di Genova, a termine corsa gli ho comunicato che avrei pagato con la carta, e lui mi ha detto “certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi”.
“In questi anni ho subito decine di episodi come quello che ho denunciato, facendo un largo uso per motivi professionali del taxi in tutta Italia – continua la vicepresidente del Coni – ho deciso però di raccontare questo, innanzitutto per il livello di aggressività verbale, ma soprattutto perché per la prima volta ho avvertito che il mio interlocutore si sentiva legittimato a comportarsi così, pur avendo il pos in auto”.
“È un peccato che soggetti di questo genere screditino una categoria fondamentale per la mobilità nel nostro paese, una categoria di lavoratori onesti esposti a turni stancanti e a grandi rischi. Sono i tassisti perbene, non i clienti come me, i primi ad essere danneggiati da questi episodi“, conclude Salis.