Genova. “C’è qualcuno che pensa di poter applicare ancora oggi le vecchie teorie del ‘maniman’ ma l’opinione di pubblica la pensa diversamente”. Così il sindaco di Genova Marco Bucci, questa mattina, è tornato sulla proposta, lanciata dall’architetto Renzo Piano, di aprire al pubblico il collegamento viario tra il porto antico e il nuovo Waterfront Levante attraverso l’area delle riparazioni navali.
La proposta, sposata dall’amministrazione comunale, è stata aspramente criticata dalla Confindustria genovese e dai sindacati, soprattutto dalla Fiom, mentre nelle ultime ore ha visto un’apertura da parte di soggetti come la Capitaneria di porto e la Regione e altri soggetti come ad esempio l’Ordine degli architetti.
“La passeggiata è un tema che non voglio definire divisivo – continua Bucci – invece lo voglio considerare qualcosa che invece ci consentirà di raggiungere un obbiettivo positivo per tutti. Quello che facciamo non ha mai l’obbiettivo di sacrificare qualcuno, lavoriamo perché cittadini, imprese, lavoratori, turisti possano avere un miglioramento, questa è la sfida dell’amministrazione, per adesso le abbiamo vinte tutte e quindi vinceremo anche questa”.
L’idea di creare un percorso quanto meno ciclopedonale, già a partire dalla prossima primavera, anche se solo alla domenica o in altre giornate non troppo caotiche sul fronte delle lavorazioni dei cantieri navali, è scaturita in questi giorni nell’ambito delle prospettive per il Waterfront esteso tra il porto antico e la Foce, trent’anni dopo la nascita dell’Expo. La circolazione dei cittadini e dei turisti nell’area delle riparazioni navali sarebbe regolata dalla presenza della polizia locale e non sarebbe consentita oltre i varchi delle singole aziende.
A preoccupare sindacati e aziende però è l’ipotesi che l’apertura della viabilità al pubblico anche in forma saltuaria possa essere un primo passo verso lo smantellamento dell’attuale polo industriale delle riparazioni per traslarlo in altre zone della città. Nelle passate settimane aveva fatto scalpore l’ipotesi dislocamento, suggerita da alcuni rumors giornalistici, nel ponente, a Multedo, in un’operazione che avrebbe inglobato anche il trasferimento del polo petrolchimico in una nuova area a Voltri. Ipotesi mai confermate ma neppure smentite ufficialmente dal sindaco.
D’altronde la cancellazione della soluzione di continuità tra Waterfront Levante e Porto Antico sono un elemento irrinunciabile nel Blue Print che l’architetto Piano ha donato alla città di Genova nel 2015. Addirittura l’idea primigenia era quella di prolungare fino all’Expo il canale navigabile che si sta costruendo in area Fiera. Niente mare, ormai, ma un rammendo dedicato alla mobilità dolce resta un obbiettivo.
All’orizzonte, nello stesso contesto, c’è anche la costruzione del tunnel subportuale, opera in mano ad Aspi e per cui il Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha chiesto ulteriori approfondimenti. Se venisse realizzato renderebbe meno necessario il tratto di soprelevata tra piazza Cavour e la Foce e quindi il collegamento ciclopedonale potrebbe essere realizzato a ridosso della Aldo Moro.
decondo il presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo, già presidente del porto di Genova, la proposta di Renzo Piano dev’essere accolta come un’opportunità per il settore delle riparazioni navali e non come un problema. “Sorprende un po’ – afferma Merlo – la discussione di questi giorni perché gli obbiettivi erano chiari, definiti e pubblici fin dall‘ottobre del 2014 quando presentammo il Blue Print. Individuare una forma di convivenza virtuosa tra le attività industriali portuali e l’accesso pubblico è una grande sfida ma anche il miglior modo per costruire una nuova relazione tra portò e città. In quest’ottica Genova potrebbe vantare ancora una volta una primogenitura nella pianificazione dei Waterfront. Le trasformazioni tecnologiche unite ai cambiamenti climatici e ai suoi impatti sulle aree di costa impongono un nuovo modo di vedere le prospettive. Il tema del Blue Print va riaffrontato in maniera complessiva, accompagnandolo al tema del consolidamento delle attività delle riparazioni navali (argomento che forse in questi anni è rimasto troppo in secondo piano) e in connessione con il progetto di ampliamento delle aree di Sestri”.