Liguria. Il rapporto dell’Ispra sui rifiuti urbani 2022 evidenzia dati che vedono la Liguria crescere dal punto di vista della produzione (+3,9% nel 2021 rispetto al 2020) con dati procapite sopra il livello nazionale. A Genova la percentuale di aumento è più alta: +4,1%. Ben 515,9 i kg prodotti per abitante all’anno, in aumento rispetto agli anni precedenti (erano 500,7 nel 2019).
Rispetto alle macroaree, al Nord, oltre a Venezia che per conformazione e difficoltà di raccolta è ovviamente fuori scala, il costo totale pro capite più alto si è registrato a Genova: 292 euro per abitante (+13,9 euro/abitante rispetto al 2020). In Italia il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 194,5 euro/abitante (nel 2020 era 185,6) in aumento di 8,9 euro ad abitante.
Per contro, in Liguria, la raccolta differenziata è ancora ben lontana, a livello regionale, da quel 65% che era stato fissato dalla normativa per il 2012: 57,2%. Nove regioni (Veneto, Sardegna, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Piemonte) l’hanno superato, altre due sono vicine (Abruzzo, Toscana).
Genova è indietro tra i comuni capoluogo per percentuale di raccolta differenziata nel 2021: 39,9%. Nel 2017 era al 34,2: una crescita di 5 punti che è in linea con Milano (che però è già al 62,5%), mentre altre grandi città oltre i 200 mila abitanti hanno fatto anche peggio. La Città Metropolitana invece si attesta al 48,1% rispetto al 45% del 2020.
Il rapporto entra anche nel dettaglio delle varie frazioni merceologiche per fare il quadro della situazione.