La lectio magistralis

Quando il desiderio è un labirinto. Massimo Recalcati e la difficile arte della “distanza nell’intimità”

Il noto psicanalista e divulgatore a Genova per un convegno del Festival dell'eccellenza al femminile: "Nelle nuove generazioni il desiderio sessuale ha minore importanza"

Genova. Il primo nemico di un rapporto di coppia è il calo del desiderio, vale a dire l’affievolirsi di quella ricerca uno dell’altro, di quella ‘fame’ del conoscere l’altro e dell’attesa della scoperta. “Freud diceva che era il destino, legato alla durata. La psicanalisi oggi ci dice che il desiderio scompare quando scompaiono le distanze e l’intimità e la familiarità prendono il sopravvento su tutto il rapporto tra due persone”.

Queste sono le parole di Massimo Recalcati, il più noto psicanalista e divulgatore della psicanalisi del paese, ieri a Genova per una lectio magistralis organizzata nell’ambito del Festival dell’eccellenza al femminile, giunto quest’anno alla XVIII edizione. Una serata dedicata al ‘Labirinto del desiderio’, dove al centro dell’analisi portata dal professore c’erano appunto tutte le dinamiche legate al questo grande motore dell’animo umano, il desiderio appunto, e tutte le variabili che possono cambiarne forma e forza.

Il desiderio è sempre il desiderio del desiderio dell’altro: quando dico a qualcuno “ti desidero” sto dicendo che voglio essere desiderato dal suo desiderio – sottolinea Recalcati – Rischiando di perdere la traccia del proprio desiderio. Ma qual è il nostro desiderio? Discriminare questi due aspetti è molto complicato. Ed è per questo che molte persone vanno in analisi”.

A minacciare il desiderio dell’altro sono tanti aspetti: “La nostra ricerca clinica individua degli eventi particolari che intaccano il desiderio – spiega – Uno su tutti la nascita di un figlio. Il marito non è più marito ma è padre, e la moglie non è più moglie ma è madre. Questo intacca in molti il desiderio erotico dell’altro”. Ma come si può fare per risvegliarlo? “Ciò che risveglia il desiderio è il mistero, l’enigma, la distanza, è il velo, il carattere inafferrabile del suo oggetto. Ciò che lo fa appassire è l’intimità, la familiarità. La vitalità del desiderio viene messa a dura prova dalla intimità della famiglia. Ciò che si dovrebbe fare è riuscire a mantenere la distanza nell’intimità, ma è un’arte molto difficile“.

“Noi spesso riteniamo che il desiderio abbia una dimensione criminogena, contro le regole – aggiunge, ma la realtà è diversa – Quando è che ci sentiamo soddisfatti? Quando riusciamo a fare in modo che il nostro desiderio guidi la nostra vita. Per esempio quando facciamo un lavoro che amiamo non si fanno rinunce, ma si ci sta realizzando. Come una madre che si prende cura del figlio: il suo non è un sacrificio, non è una rinuncia. Si sta realizzando in questo atti di donazione. Sta soddisfacendo il suo desiderio”.

Fuori dall’analisi di coppia, e allargando lo sguardo al mondo che ci circonda, il contesto in cui vivono le nuove generazioni rende la vita decisamente difficile per il desiderio: “Nelle nuove generazioni il desiderio sessuale ha una minore importanza – osserva Massimo Recalcati – Nella mia generazione, o nelle generazioni precedenti a quelle di oggi, c’era prima la fantasia sessuale, l’attesa della sessualità, formativa dell’immaginario che precedeva la realtà dell’incontro. Oggi c’è una disinibizione apparente nella sessualità, che ha comportato la perdita di mistero della sessualità e di relativa presa”. E quindi paradossalmente un calo del desiderio o una costante discesa verso l’effimero. E verso l’insoddisfazione.

 

 

 

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