Toponomastica

Molassana e le sue strade: torna via Nazionale. Ma è bagarre in consiglio municipale

Passa la linea della maggioranza per il battesimo della nuova strada lungo il Bisagno, mentre l'opposizione aveva proposto il nome di Francesco Gambaro, bimbo morto in un tragico incidente nel 1960

via nazionale molassana bisagno

Genova. Una goccia di passato torna a Molassana. In Municipio, infatti, passa la mozione di Fratelli d’Italia per rinominare ‘via Nazionale’ la nuova strada spondale che corre lungo il Bisagno dalla ‘rotonda dei tonni suicidi’ fino al ponte Fleming. Una denominazione che riprende l’antica toponomastica del quartiere, che, quando era ancora un comune indipendente, era appunto attraversato da questa strada, l’odierna via Molassana.

Una decisione che però ha scatenato una vera bagarre durante la seduta del Consiglio municipale, con un aspro scontro tra maggioranza e opposizione. Alla proposta di Fratelli d’Italia, infatti, la minoranza aveva proposto un’alternativa, anch’essa legata alla storia del quartiere: l’idea era quella di dedicare la strada a Francesco Gambaro, un bambino di sette anni morto tragicamente nel 1960 proprio lì davanti.

Due diverse storie a confronto. La storica via Nazionale, infatti, era la strada che univa gli allora comuni autonomi della Val Bisagno, collegando Genova con Piacenza, nel percorso oggi ripreso dalla Statale 45. Un’arteria fondamentale tanto da aver dato il nome al Cinema Nazionale, uno dei simboli architettonici e culturali dell’intera vallata. Solo dopo l’unificazione nella ‘Grande Genova’, che nel 1926 inglobò tra gli altri i comuni di Molassana, Struppa e Bavari, la strada fu ‘spezzettata’ e denominata con i nomi delle antiche amministrazioni civiche. 

La storia di Francesco Gambaro. invece, è storia più recente: come raccontato in aula consigliare dall’architetto e storico Stefano Repetto, l’11 aprile 1960 il piccolo Francesco Gambaro, uscito da scuola, in attesa del rientro della madre andò a giocare presso la teleferica che all’epoca collegava Molassana con i boschi di Montanasco per il trasporto della legna. Un gioco proibito, dal finale tragico: aggrappato ad una corda il piccolo prova la discesa verso il torrente, ma rimane bloccato a 25 metri d’altezza, cadendo poi tragicamente sulla ghiaia del Bisagno e morendo poco dopo durante il disperato trasporto al San Martino. “Una storia che ha scosso la città e che è ancora nel cuore di molti abitanti di Molassana – spiega Claudia Benassi, tra le promotrici della proposta – sono ancora tante le persone che ricordano con affetto Francesco, e intitolargli la strada sarebbe stato molto apprezzato. Anche perchè i fatti si sono svolti proprio lì”.

Di diverso avviso la maggioranza: “La scelta di riscoprire via Nazionale ha una forte valenza storia e identitaria per il quartiere – spiega Vincenzo Apicella, assessore municipale di Fratelli d’Italia – così è stato per tanti anni, ed è anche un modo per lanciare la riqualificazione del Cinema Nazionale che sorge oggi tra l’antica via Nazionale, oggi via Molassana, e la nuova via spondale, fino ad oggi senza nome”.

 

 

 

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