Lettera al direttore

Ironia

Il vessillo del Genoa torna a sventolare sullo scoglio di Boccadasse: la cronaca semiseria di un lettore di Genova24

La "riappropriazione" dello scoglio vista dall'altra sponda

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Genova. Ci ha inviato una email dicendo che eravamo stati troppo poco enfatici. “Il bardo di Pegli (Multedo)“, così si firma, ha invece evidentemente presenziato alla cerimonia che ha visto riportare sullo scoglio di Boccadasse il vessillo del Genoa. Ecco com’è andata ‘per davvero’.

Attenzione: Quanto scritto ovviamente non rispecchia l’opinione della testata.  

“Alla Spett.Le Redazione di Genova24

ho letto con vivissimo interesse l’articolo pubblicato, quello della nuova apposizione del vessillo bicolore nello scoglio davanti al golfo di Boccadasse, ritengo però, e non me ne vogliate, che i toni utilizzati siano stati troppo poco enfatici, rispetto a quanto successo realmente. Ecco il resoconto:

I 180.000 tifosi erano già assiepati tra la spiaggia del Borgo e le migliaia e migliaia di imbarcazioni da tutto il mondo, il Club Papua Nuova Guinea Grifone per sempre, arrivato a remi per l’occasione è partito dall’Oceania 3 anni fa.

L’inclemenza del mare, carico a forza 19, non spaventava di certo di lupi di mare di Boccadasse, conosciuti per i sette mari con il soprannome dovuto al tipico copricapo Gundun rossoblù, con ardito coraggio si tuffavano nelle gelide e impetuose acque. Con la potenza delle loro braccia, plasmate sventolando per ore e ore bandieroni rossoblù nelle milioni di trasferte europee, arrivano a solcare le 15000 miglia nautiche che distanziano il Borgo dal faraglione ove issare il vessillo.

E non vogliamo parlare del vessilllo? La bandiera delle Glorie, quella degli eroi: cucita da Maria Goretti in punto di morte su un lino che si dice appartenesse al sudario, forgiata con il sangue del Grifone, accompagnatrice delle grandissime battaglie sportive vittoriose della compagine, tipo: i diplomi vinti giocando una partita sola (in un caso nemmeno quella), la Mitropa Cup e Anfield Road. Ma torniamo alla cronaca: non appena arrivati sullo scoglio, i Gundun Rossoblu piantavano, con un sol colpo di braccio, il magico vessillo, come una Excalibur al contrario. In quel momento i 180.000 accorsi da ogni parte del globo, capitanati dal luminare delle scienza, il 12 volte premio Nobel della Medicina Dott. Bassetti, inventore, tra l’altro del famosissimo format televisivo “l’infettivologo in televisione va bene su tutto”, iniziavano a intonare il coro dei cori quello scritto da Spensley in persona: You’ll Never Walk Alone, copiato poi da altre tifoserie, che però dal Grifone possono solo che imparare in termini di dizione e intonazione.

Anche il mare a quel punto si placava, nulla si può all’ardore del Popolo, è proprio in quel momento che i grandi padri del Grifone sono apparsi. Gli spiriti delle leggende, anche loro a cantare: Frank Sinatra e la sua cravatta, Fabrizio De Andrè, Cleopatra, Franco Scoglio, il capitano Kirk, Matusalemme, Zeus e Apollo, Roger Rabbit, Steve Jobs, Napoleone Bonaparte  il Cardinan Siri (abbracciato a Wojtila) e Baccini e Solenghi (però non sono sicuro siano spiriti).

Dopo 6 giorni di festeggiamenti si torna a casa, salutiamo il popolo. Il club Club Papua Nuova Guinea Grifone quando tornerà a casa ci vedrà già con la Stella sul petto, evviva l’Italia, evviva Dio e evviva il Grifone”.

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