Belìscimo

I maneggi per maritare una figlia da tutto esaurito al Teatro Ivo Chiesa: la recensione (anche in genovese) fotogallery

ll perché di un successo straordinario lo ha detto lo stesso Solenghi a fine spettacolo: Govi è un rito collettivo

La recensione in genovese

Genova. Il teatro pieno, esaurito, per tutte le date sino al 31 dicembre. Gente in piedi ad applaudire nel finale. Il mito di Gilberto Govi si rinnova al Teatro Ivo Chiesa con I maneggi per maritare una figlia grazie a una monumentale interpretazione di Tullio Solenghi, che dell’indimenticato attore genovese sembra prendere in prestito non solo le movenze e le espressioni (aiutato dal trucco eccellente di Bruna Clavaresi), ma anche l’anima.

La co-produzione del Teatro Sociale di Camogli, del Teatro Nazionale di Genova e del Centro Teatrale Bresciano (con la riduzione teatrale di Tullio Solenghi e Margherita Rubino e la regia dello stesso Solenghi) che aveva debuttato il maggio scorso proprio a Camogli, continua a mietere successi.

Il segreto? Govi è un patrimonio popolare, è di tutti e non è un mistero che i genovesi amino specchiarsi nelle sue commedie. Un patrimonio che in tutti questi anni è stato tenuto in vita grazie all’intuizione di riprendere l’originale rappresentazione, trasmettendola ogni tanto in tv (oggi si trovano anche su Internet) e grazie all’incessante lavoro delle compagnie teatrali amatoriali che continuano ad allestire questi titoli.

Qui però siamo su un altro livello. Una scommessa riuscitissima. Perché il rischio, con Govi, è sempre quello: se si attualizza si viene investiti da una selva di critiche, se si scimmiotta senza esserne all’altezza, pure. Solenghi ha capito perfettamente che Govi è ormai una maschera. Steva è ormai Govi stesso: un’icona che con gesti, mimica, voce e tempi comici ha reso impossibile reinterpretare il testo  semplice − nella classica struttura basata sulla commedia degli equivoci – e brillantissimo di Niccolò Bacigalupo. Ecco allora una riproduzione fedele, anche nelle scene e nei costumi di Davide Livermore, fatta da grandi attori.

A fianco di Solenghi c’è Elisabetta Pozzi, per una volta in un ruolo non drammatico, un’energica Gigia (nel ruolo che fu della moglie stessa di Govi).

Bellissimo e commovente l’omaggio finale all’indimenticato attore genovese.

Apprezzato tutto il cast: Roberto Alinghieri, Riccardo Livermore, Isabella Maria Loi, Pier Luigi Pasino, Federico Pasquali (sostituito da Stefano Moretti il 27, 28 e 29 dicembre), Stefania Pepe, Laura Repetto.

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