Genova. Entro fine anno alcuni degli sfollati di via Posalunga potrebbero tornare ad abitare nelle loro case, evacuate dopo la frana che si è abbattuta sul loro palazzo alla vigilia di Natale. È quanto hanno riferito al Comune i tecnici della ditta specializzata attualmente al lavoro per la messa in sicurezza del versante.
“Con l’ufficio pubblica incolumità stiamo cercando di trovare una soluzione per consentire l’accesso attraverso un varco provvisorio che andrebbe aperto a sinistra dell’edificio – spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi -. Il problema è che i massi hanno sfondato il tetto del deposito limitrofo all’atrio, pur cui l’ingresso non è in sicurezza. L’obiettivo è creare un ingresso alternativo che permetterebbe a una buona parte di abitanti, quelli residenti ai piani alti, di rientrare entro fine anno“.
Per gli appartamenti ai piani bassi bisognerà attendere almeno due-tre settimane, secondo stime ancora provvisorie. In queste ore gli operai incaricati dall’Agenzia del demanio, che è proprietaria di quell’area incolta sopra l’abitato di Borgoratti, hanno iniziato a disboscare e ripulire la parete, da sempre abbandonata all’incuria. Poi bisognerà rimuovere il materiale franato e procedere al disgaggio, cioè la rimozione manuale di tutti i frammenti pericolanti. Infine verrà progettata l’installazione di una rete paramassi per “incatenare” la montagna e impedire nuovi crolli. Un iter piuttosto complesso.
La priorità, assicurano dalla direzione regionale dell’Agenzia del demanio che oggi era presente coi propri tecnici, è permettere ai condomini il rientro negli appartamenti in condizioni di sicurezza. Condizioni che ad oggi non ci sono: dopo il crollo di massi che il 24 dicembre ha sventrato un appartamento al primo piano – fortunatamente vuoto poiché sgomberato alle prime avvisaglie nei giorni precedenti – l’instabilità del costone roccioso potrebbe causare altri danni. E visto che il portone si trova proprio lungo la traiettoria della frana, bisognerà armarsi di pazienza e aspettare.
Una quarantina le persone evacuate alla vigilia di Natale, 13 sono ospitate in un albergo di via Cantore, a spese del Comune. Per loro la protezione civile sta valutando l’assegnazione provvisoria di alloggi popolari finché non potranno rientrare definitivamente a casa. Gli altri hanno trovato una sistemazione alternativa presso amici o parenti. Ma tanti sfollati trascorrono la giornata in via Posalunga, di fronte ai civici 46 e 46A, chi per recuperare gli ultimi effetti personali, chi semplicemente per capire quanto durerà la situazione di disagio.
Intanto la Procura di Genova, informata per via telefonica nella mattinata del 24 dicembre, attende la relazione dei vigili del fuoco per valutare l’apertura di un fascicolo d’inchiesta. L’ipotesi di reato più probabile è quella di frana colposa. La gestione dell’area era passata automaticamente al Demanio dopo che una cooperativa privata, in origine interessata alla costruzione di box auto, aveva dichiarato il fallimento. La decisione di intervenire urgentemente era stata presa lo scorso 21 dicembre, quando si era verificato il primo distacco. Ma non si trattava di un allarme improvviso.
Erano anni che gli abitanti di quei palazzi denunciavano episodi franosi, seppur di minore entità. Le preoccupazioni, come raccontano ancora oggi alcuni proprietari, erano state portate più volte in assemblea condominiale. “Esposti? Non è mai partito nulla perché non si è mai evidenziato un reale pericolo”, riferisce l’amministratrice Simonetta Canepa. Solo a marzo di quest’anno il Demanio era stato allertato per la caduta di un masso in corrispondenza di un’altra facciata, quella sul lato sud. Molti però riferiscono di eventi reiterati negli anni, senza alcun intervento preventivo.