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Fiamma dritta per il Confeugo, Bucci: “Vuol dire che potremo far partire i cantieri che servono a Genova” fotogallery

Tra tradizione, superstizione e atmosfera natalizia una folla di genovesi e turisti ha assistito al falò che si perpetua dal XIV secolo

Genova. Tra tradizione e superstizione il confine è sottile e c’è chi fa spallucce ma intanto la folla di genovesi che era in piazza De Ferrari per assistere alla cerimonia del Confeugo ha tirato un sospiro di sollievo alla vista della “fiamma dritta”. Sì perché vulgata vuole che se i rami di alloro fatti bruciare dal “doge” creano un rogo che sale al cielo allora la città avrà un anno fortunato, altrimenti bisogna incrociare le dita.

In questo sabato 17 dicembre la fiamma è salita, tutto sommato, dritta. Persino la brezza tiepida di queste ore si è data una calmata per evitare di gettare nello sconforto cittadini e amministratori pubblici. “La fiamma era dritta e questo vuol dire che l’anno prossimo potremo far partire tutti i cantieri che serviranno per rendere Genova ancora migliore” ha detto il sindaco Marco Bucci, nei panni -letteralmente – del Doge con un abito in velluto rosso nuovo di pacca e in grado di rendere inutile qualsiasi “filtro” Instagram.

“E’ stata una bella festa – ha proseguito Bucci – Il mio augurio per la città è che si possa continuare nel percorso di crescita che abbiamo avuto negli ultimi anni”. Al suo fianco il presidente dell’associazione A Compagna Franco Bampi che, più tardi, farà al sindaco l’elenco dei “mugugni”. Sulla scalinata di palazzo Ducale anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il prefetto di Genova Renato Franceschelli, oltre a molti politici ed esponenti delle istituzioni cittadine.

“Credo che il 2023 sarà un anno bello e importante – le parole di Toti – in questi ultimi mesi abbiamo lavorato molto perché lo fosse, mi riferisco soprattutto alla fase post pandemia. Il virus non è ancora completamente sconfitto ma siamo riusciti grazie alla scienza a rialzare la testa, riappropriandoci della nostra vita e ritrovandoci anche oggi per festeggiare una bella tradizione, in una piazza piena come lo è stata in occasione dell’accensione dell’albero l’8 dicembre. Questo dimostra un senso di comunità profondo”.

“Tantissime persone in Piazza De Ferrari per il Confeugo – ha aggiunto l’assessore Benveduti – una tradizione che affonda le sue radici nella storia della Liguria e della Repubblica di Genova. La fiamma è salita dritta e coraggiosa nel cielo, che sia di buon auspicio per il 2023”.

Confeugo 2022

Prima dell’accensione dei rami d’alloro lo spettacolo del corteo guidato dall’abate del popolo con i gruppi storici, gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna e un carro trainato dai cavalli bardati dei Carratê. Spento il falò, molti cittadini si sono gettati sui “moccoli”, i rametti abbrustoliti che – si dice – portano fortuna.

La storia del Confeugo. Il rito riprende un’antica tradizione della Repubblica di Genova, documentata dal secolo XIV, ma probabilmente più antica, risalendo presumibilmente al Medioevo, forse all’epoca del Comune del Popolo (XII secolo). Essa consisteva infatti nell’omaggio da parte dell’Abate, che rappresentava il Popolo, alle massime Autorità di un grosso tronco di alloro, ricoperto di rami. Ne furono destinatari nel corso del tempo, prima il Podestà, poi il Capitano del Popolo e infine il Doge.

Esistono testimonianze del fatto che il corteo partisse dalla Valle del Bisagno e attraverso il Ponte di Sant’Agata percorresse le attuali via San Vincenzo, Via Porta d’Archi, vico Dritto Ponticello, Porta Sant’Andrea fino ad arrivare al Palazzo del Governo, l’attuale Palazzo Ducale.

Davanti al Ducale l’Abate si rivolgeva al Doge pronunciando le seguenti frasi: “Ben trovòu Messê ro Duxe” e il Doge rispondeva “Ben vegnûo Messê l’Abbòu”. In tarda serata il Doge e il suo seguito appiccavano fuoco all’alloro, per buon auspicio, e vi gettavano sopra un vaso di vino e lo addolcivano con confetti e zucchero. I presenti cercavano di portare a casa un tizzone come amuleto.

La Cerimonia venne sospesa nel Settecento e ripresa nel 1923 dall’associazione A Compagna, associazione nata in quell’anno per la tutela e la conservazione della cultura e delle tradizioni genovesi, per esser nuovamente interrotta nel 1937. Da allora è il presidente della Compagna che impersona l’Abate del Popolo, portando il tradizionale tronco d’alloro al Sindaco. Dal 1951 la Cerimonia è continuata di anno in anno sempre con l’offerta di una pianta di alloro, adorna dei colori rosso e bianco, completata con il falò rituale di un fascio di alloro ed uno scambio di auguri contornato da commenti sugli avvenimenti dell’anno trascorso e impegni e richieste per l’anno a venire.

Alla cerimonia del Confeugo 2022 collaborano: Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Gruppo Folcloristico Città di Genova, Pro Loco Centro Storico, Gruppo Storico Culturale Sextum, Gruppo Storico Pegliese, Gruppo Storico I Gatteschi, Gruppo Storico di Rapallo, Compagnia d’Armi Flos Duellatorum, Gruppo Danza Storica Le Gratie D’Amore, Gruppo Storico San Giorgio, Gruppo Folk Amixi de Boggiasco e del Golfo Paradiso, Circolo Culturale Fondazione Amon, Gruppo Folcloristico Città di Genova, Sbandieratori dei Sestieri di Lavagna, Associazione Carrettieri Genovesi, Associazione Culturale Corte Fieschi di Casella, Gruppo Storico Voltri, Compagnia Balestrieri del Mandraccio, Gruppo Storico Sestrese, Gruppo Storico Limes Vitae, Gruppo di Danza Storica Il Biancofiore di Vigevano, Gruppo Storico Contea Spinola di Ronco Scrivia.

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