Genova. È morto all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, ex giocatore e allenatore di calcio di nazionalità serba. In entrambi i ruoli aveva militato nella Sampdoria.
Da tre anni aveva scoperto di essersi ammalato di una leucemia mieloide acuta. Negli ultimi giorni le sue condizioni si sono particolarmente aggravate. Lascia la moglie Arianna e cinque figli.
Nella Sampdoria ha giocato dal 1994 al 1998, totalizzando 110 presenze e 12 gol. Erano gli anni di Eriksson: sul finire degli anni Novanta, Mihajlovic era considerato il più rappresentativo dei giocatori jugoslavi e uno dei migliori difensori del mondo. Aveva poi seguito Eriksson alla Lazio prima di chiudere la carriera nell’Inter.
Aveva poi allenato la squadra blucerchiata dal 2013 al 2015, conquistando un settimo posto nella seconda stagione alla guida della squadra prima di annunciare l’addio al club.
E proprio la Sampdoria, attraverso il proprio sito ufficiale, ha pubblicato una lunga nota in ricordo di Sinisa e di tutto ciò che ha rappresentato per il mondo del calcio e, in particolare, per i cuori blucerchiati. La riportiamo integralmente.
«Ho affrontato ogni partita come fosse la vita e la vita come fosse una partita». La partita della vita di Sinisa Mihajlovic è finita questo pomeriggio, per colpa di una leucemia mieloide. Tre fischi netti nel silenzio assordante di una Roma già pronta per le imminenti festività natalizie. Fischi come gelide lame nel petto per tutti quelli che gli hanno voluto bene. Noi sampdoriani siamo certamente tra quelli. E oggi come non mai non possiamo che esserne orgogliosi.
Perché Sinisa di quel noi è parte, parte del nostro essere, della nostra storia. Prima da avversario, nella più epica trasferta di sempre, in quella notte di Sofia in cui saggiammo il suo mancino micidiale. Poi da calciatore, leader difensivo per quattro stagioni di una squadra che seppe divertire ma che avrebbe potuto fare di più. E infine da allenatore, quando ci prese in fondo alla classifica e ci portò in un anno e mezzo a riassaporare il gusto d’Europa. Lui e noi, noi e lui: un rapporto sincero, di rispetto e riconoscenza, scrigno di fotogrammi indelebili per la memoria collettiva blucerchiata.
Sinisa che tira la bomba. Sinisa che segna alla prima in Supercoppa. Sinisa che segna alla prima in campionato. Sinisa che sbaglia il rigore con l’Arsenal. Sinisa che diventa libero a Cagliari. Sinisa che con il Piacenza non segna su punizione. Sinisa che viene espulso a Perugia. Sinisa che esulta con la panchina a San Siro. Sinisa che la mette da corner sulla testa del Mancio. Sinisa che la mette sul destro di Verón. Sinisa che corre da Vuja. Sinisa che ce ne fa tre a Roma con la Lazio. Sinisa che torna e cita Kennedy. Sinisa che abbraccia Krsticic. Sinisa che vince due derby, con Maxi e Gabbia. Sinisa che bacia Yelena a Novi Sad. Sinisa che il suo profumo lo senti a distanza (anche di anni). Sinisa che ti parla della sua Serbia. Sinisa che si incazza. Sinisa che mette gli allenamenti punitivi alle 7 del mattino. Sinisa che rincorre Regini a fine derby. Sinisa che esulta con Sakic. Sinisa che sorride. Sinisa che saluta la Sud per l’ultima volta. Sinisa che ce ne sarebbero a centinaia da raccontare.
Sinisa che era ed è tutto questo: un uomo vero e coraggioso, un’autentica leggenda che noi, alla Sampdoria, non dimenticheremo mai. Alla moglie Arianna, ai figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dušan e Nicholas, alla nipotina Violante e a tutta la famiglia Mihajlovic le più sentite condoglianze da parte del presidente Marco Lanna e di tutta la società.
Ma non è mancato, negli ultimi minuti, anche il messaggio di ricordo del Genoa, rivale sportivo e protagonista di tanti Derby della Lanterna, con Sinisa in panchina: “Addio a Sinisa Mihajlovic. Ci uniamo al dolore della sua famiglia e partecipiamo al lutto del calcio italiano”, si legge sul sito del Genoa.
Di seguito, il cordoglio di Giovanni Toti, presidente della Liguria: “Regione Liguria esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Siniša Mihajlović. Calciatore e allenatore di grandissima esperienza internazionale, ha legato all’Italia, e in particolare alla città di Genova, diversi anni della sua importante carriera, lasciando nel cuore dei tifosi sampdoriani, ma anche di quelli genoani, il ricordo di un professionista eccezionale e di una persona dagli altissimi valori morali e umani. Affermatosi nella Sampdoria come giocatore negli anni ’90, nel 2013 era tornato in blucerchiato nella veste di tecnico, vincendo nel 2015 il premio Football Leader come migliore allenatore dell’anno. In questi ultimi anni Mihajlović era diventato un esempio di coraggio per la sua capacità di non arrendersi alla malattia, dimostrando una forza e una grinta esemplari. Dopo il primo ciclo di cure era tornato a sedersi sulla sua panchina di allenatore diventando, così, un esempio per le persone che, come lui, stavano affrontando gravi problemi di salute. Alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutto il mondo del calcio le nostre più sentite condoglianze”.
E tra i messaggi di ricordo, questa volta via twitter, anche quel del premier Giorgia Meloni, che ha scritto: “Hai lottato come un leone in campo e nella vita. Sei stato esempio e hai dato coraggio a molti che si trovano ad affrontare la malattia. Ti hanno descritto come un sergente di ferro, hai dimostrato di avere un gran cuore. Sei e resterai sempre un vincente”.
Infine, la nota della Lega Serie A: “La Lega Serie A è profondamente addolorata per la scomparsa di Sinisa Mihajlovic, icona di calcio e di vita. La sua classe purissima come calciatore e allenatore, la sua forza e la sua umanità sono un esempio che lascia un solco indelebile nel calcio italiano e mondiale. Il Presidente Lorenzo Casini, l’Amministratore Delegato Luigi De Siervo e l’intera Lega Serie A si stringono intorno alla famiglia di Mihajlovic ed esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa di Sinisa”.