Debutto

Die Fledermaus (Il Pipistrello): l’operetta di Strauss II per festeggiare il nuovo anno al Carlo Felice

Riduttivo chiamarla operetta perché contiene una partitura ricca di stimoli, suggestioni, ma anche difficoltà

il pipistrello

Genova. Chiamarla operetta è riduttivo perché contiene una partitura ricca di stimoli, suggestioni, ma anche difficoltà. Die Fledermaus (Il pipistrello) di Johann Strauss II è il terzo titolo della stagione lirica 2022-2023 del Teatro Carlo Felice di Genova. Debutto l’ultimo dell’anno alle 17 e repliche sino all’11 gennaio 2023.

Dopo il successo della Cenerentola (ben novemila le presenze) ecco un altro titolo popolare: la fortunata operetta, con libretto di Carl Haffner e Richard Genée, è tratta da Le révellion di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Sul podio uno dei direttori d’orchestra italiani più famosi: Fabio Luisi, direttore onorario del teatro, con cui, ricorda il direttore artistico Pierangelo Conte, è in atto una collaborazione stabile sino al 2024-2025.

Si tratta di un nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna che vede alla regia Cesare Lievi, che gioca anche sul significato del nome Strauss (in italiano struzzo): “La nostra messa in scena prevede lo struzzo molto presente e tutti personaggi lo sono. Essi hanno un lato anche tragico. Sono comici, ridicoli e si ingannano continuamente uno con l’altro. Un uomo fa la corte a donna in maschera e poi risulterà che è la moglie. Sono tutti finti amici e mentono a se stessi, non vogliono vederlo, altrimenti capirebbero chi sono e che per loro non c’è futuro. Allora meglio ubriacarsi e mettere testa sotto la sabbia. Perdendosi nel teatro e nel vino. È tutto un palcoscenico e l’ebbrezza prende tutti e solo alla fine si ricorderanno dove sono: in una prigione”. Scene e costumi di Luigi Perego, Luigi Saccomandi alle luci. Nel cast Bo Skovhus/Thomas Johannes Mayer (Gabriel von Eisentstein), Valentina Nafornita/Valentina Farcas (Rosalinde), Levent Bakirci (Frank), Deniz Uzun/Caterina Piva (Prinz Orlofsky), Bernhard Berchtold/Enrico Casari (Alfred), Liviu Holender (Dr. Falke), Benedikt Kobel (Dr. Blind), Danae Kontora/Julia Knecht (Adele), Alena Sautier (Ida), Udo Samel (Frosch).

La trama

Rosalinde, moglie dell’altolocato Gabriel Von Eisenstein, ha un debole per il suo insegnante di canto, Alfred, che ha conosciuto bene anni prima di sposarsi. La sua cameriera Adele apprende da una lettera che sua sorella Ida, ballerina, andrà quella sera al ballo del ricco principe russo Orlofsky e che potrà accompagnarla, se riuscirà a farsi prestare un vestito elegante della sua padrona. Ma questa le nega la serata libera, perché suo marito dovrà proprio quella sera andare in prigione per aver schiaffeggiato un pubblico ufficiale e lei non può restare sola in casa. Giunge Eisenstein, che litiga col suo avvocato Blind per la sua incapacità al processo. Partito Blind, giunge il dottor Falke, che convince Eisenstein a rimandare l’ingresso in carcere per andare con lui al ricevimento di Orlofsky. Eisenstein acconsente, purché la cosa resti nascosta alla moglie! Rosalinde torna con i vecchi vestiti che il marito le ha chiesto per andare in prigione; stupita, apprende che ha invece deciso di vestirsi da sera, ma ci fa poco caso, già proiettata col pensiero all’incontro progettato con Alfred, novità che le ha fatto concedere alla cameriera il permesso per la serata negato prima. Nel frattempo Eisenstein si prepara ad andare in prigione, dove lo attendono “i topi” (il termine indicava anche le ballerine dell’Opera…). Tutti si fingono tristi; Eisenstein parte ed arriva Alfred, che infila una vestaglia del di Eisenstein e si prepara a una cenetta romantica con Rosalinde, che si schermisce. All’improvviso arriva Frank, nuovo direttore delle carceri, venuto a prelevare Eisenstein prima di recarsi, come tutti, alla festa di Orlofsky. Alfred, che ama Rosalinde, per non comprometterla, si lascia portar via al posto del colpevole, che Frank non ha mai visto.

Il secondo atto si apre sulla festa. Adele vi incontra sua sorella Ida, meravigliata della sua presenza: la lettera con l’invito era uno scherzo. Superato l’imbarazzo, presenterà sua sorella al principe come artista esordiente. Arriva il principe Orlofsky con Falke, da cui vorrebbe essere aiutato a sconfiggere la noia che lo attanaglia. Il dottore ha un piano: fare uno scherzo a Eisenstein per vendicarsi di quando, dopo un ballo di carnevale in cui lo aveva fatto ben ubriacare, lo aveva deposto, alla luce del giorno, sotto un albero con ancora addosso un costume da pipistrello; così Falke aveva dovuto attraversare la città, deriso da tutti. Arriva Eisenstein travestito da marchese Renard. Falke chiede al principe di intrattenerlo, mentre cerca di far venire alla festa Rosalinde. Orlofsky gli offre da bere e gli dice che la sola sua speranza di divertimento sta nella promessa che Falke gli ha fatto di ridere di lui, il Marchese Renard. Eisenstein rimane interdetto, e ancor più lo è nel vedere Adele; questa riesce tuttavia a convincerlo che non è lei. A Eisenstein-Renard viene poi presentato il cavalier Chagrin, ovvero il direttore delle carceri travestito, e fanno amicizia. Eisenstein corteggia Adele agitandole sotto il naso un orologio e facendole capire che potrebbe regalarglielo, se… In quel mentre giunge Rosalinde, travestita da contessa ungherese, e vede la scena; Eisenstein, che non la riconosce, inizia a corteggiarla mostrandole il solito orologio; lei glielo sottrae con l’astuzia, per usarlo come prova inconfutabile del tradimento. Fra arie a tempo di valzer e altre amenità, la festa va avanti fino alle sei del mattino. Eisenstein e Frank se ne vanno verso la prigione, ancora ignorando le reciproche identità. Intanto Alfred, in cella, canta, zittito dal guardiano Frosch, ubriaco. Arrivano Ida e Adele, che chiedono del Chevalier Chagrin e vengono condotte nell’ufficio di Frank. Adele confessa di non essere un’attrice, ma chiede al cavaliere il suo aiuto per diventarlo. Sopraggiunge Eisenstein, pronto a scontare la sua pena carceraria e resta di stucco, quando apprende che “Eisenstein” è stato arrestato la sera prima mentre cenava con la moglie, cui ha sussurrato addii molto teneri. Giungono ancora una dama velata (Rosalinde, venuta a scongiurare Alfred di fuggire per non rischiare di incontrare suo marito) e Blind. Eisenstein si trucca da Blind e interroga la moglie per sapere cosa sia successo la sera prima; quando, furibondo, si rivela, Rosalinde altrettanto sdegnata gli mostra l’orologio che gli ha sottratto alla festa e gli tappa la bocca. Tutti sono in scena quando Falke rivela che ciò a cui hanno assistito è la vendetta del pipistrello. Eisenstein non se ne ha a male. Anzi, tutti insieme danno la colpa di ogni cosa allo champagne, e tutto finisce in gloria.

 

In molte occasioni è stato notato come la definizione di “operetta” sia effettivamente riduttiva per Die Fledermaus. Questa celebre composizione di Johann Strauss II va infatti ben oltre la tipologia di riferimento del genere: la partitura è estremamente ricca di stimoli e suggestioni e presenta parti di notevole difficoltà per gli artisti protagonisti. Johann Strauss II, il più noto e prolifico dei figli del “Padre del valzer”, crea un vero gioiello, un capolavoro del teatro musicale di tutti i tempi, nel quale si fondono mirabilmente brio, malizia, leggerezza, affascinanti melodie, la parodia dell’opera “seria”, la danza, l’eleganza e l’umorismo, ma nel quale non mancano anche spunti per una riflessione lucida sull’umanità, su ciò che siamo, su quello che ci fa paura e su quello che non vorremmo affrontare. Strauss traduce la leggerezza e il disincanto della vicenda in un fantasmagorico montaggio di elementi eterogenei. Il cuore pulsante del Pipistrello batte a ritmo ternario di valzer ma il potpourri musicale creato dal compositore prevede anche polke, arie che fanno il verso all’opera italiana, citazioni dei brani più conosciuti del momento (le operette di Offenbach) e brani folcloristici, come la scoppiettante csárdás intonata da Rosalinde alla festa.

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