Monitoraggio

Covid, Liguria seconda regione per occupazione dei posti letto: i positivi sono il 27%

Ma molti sono asintomatici ricoverati per altre patologie. La copertura delle quarte dosi sale al 30,5% della platea prioritaria

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Genova. In Liguria il 27% dei posti letto in area medica è occupato da pazienti risultati positivi al coronavirus. Si tratta del secondo dato più alto in Italia, superato solo da quello dell’Umbria che ha raggiunto il 35,5%. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe sulla settimana 25 novembre-1° dicembre che evidenzia, a livello nazionale, una sostanziale stabilità dei nuovi casi e un aumento dei decessi.

Numeri che, a dispetto delle apparenze, non testimoniano una situazione emergenziale negli ospedali. Una settimana fa Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino, definiva il virus “ai titoli di coda dal punto di vista clinico”. Ma allora perché un tasso di occupazione così elevato? Il boom è determinato, oltre che dalla crescita dei contagi, anche da quei pazienti che, pur ricoverati per altre patologie che nulla hanno a che vedere col Covid, vengono sottoposti al tampone e risultano positivi, andando così a gonfiare i reparti ospedalieri riconvertiti per ospitare i contagiati, come prevedono i protocolli sanitari.

Per questo la Liguria è stata tra le prime regioni a chiedere di cambiare le regole. “Bisogna finirla con tutti questi tamponi inutili – scriveva pochi giorni fa lo stesso Bassetti -. Smettiamola di tamponare tutto e tutti come se non vi fosse un domani. Solo così potremo evitare un nuovo blocco ospedaliero determinato non da malati gravi, ma tamponi positivi. Torniamo a mettere al centro il paziente, non i tamponi positivi”.

L’assessore Angelo Gratarola ha proposto di abolire il test obbligatorio per gli asintomatici che arrivano in ospedale. E così anche il presidente Giovanni Toti: “I tamponamenti vanno fatti solamente sui sintomatici. Quando si arriva con una crisi respiratoria o una patologia correlata al Covid si può fare lo screening, non sul paziente che arriva con un ginocchio gonfio e le vaccinazioni fatte. Altrimenti rischiamo uno ‘stop and go’ non come la Cina, ma molto stressante per la nostra sanità. La maggior parte dei casi Covid è fatta da asintomatici, il problema è che noi li scopriamo quando vanno in ospedale per altre ragioni. Chi risulta un paziente Covid ci costringe ad aumentare i posti letto per Covid, a creare le bolle di isolamento e a tutta una serie di procedure che incidono sull’organizzazione ospedaliera. Questo comporta il fatto che in un reparto Covid il paziente rischia di avere cure peggiori per la sua principale patologia mentre dall’altra parte, se non fosse stato tamponato, nessuno si sarebbe neppure accorto che aveva il Covid”.

Nell’ultima settimana la Liguria ha registrato un aumento dell’incidenza dei nuovi contagi pari al 14,4% (a livello nazionale sono calati dello 0,7%). I posti letto in terapia intensiva sono occupati al 3,5% da pazienti positivi (dato nazionale 3,2%).

Per quanto riguarda la copertura vaccinale, nel rapporto risulta che in Liguria la quarta dose è stata somministrata al 30,5% della platea prioritaria individuata dal ministero (over 60, ospiti delle Rsa, personale sanitario, pazienti fragili) contro il 26,9% a livello nazionale. Il 14,2% (in Italia 11,8%) dei vaccinabili non ha ricevuto la terza dose pur avendo i requisiti.

“Il numero dei nuovi casi settimanali – osserva il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50% sia per l’utilizzo diffuso di tamponi fai da te sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche. Infatti, a partire da fine settembre, il tasso di ospedalizzazione sul totale dei positivi è raddoppiato sia per l’area medica (da 0,8% a 1,62%) sia per la terapia intensiva (da 0,03% a 0,06%) e il numero dei decessi continua a salire raggiungendo numeri che non si registravano da metà agosto. In questo contesto preoccupa che, a fronte dell’aumentata circolazione virale, continuino a diminuire le somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili, lasciando scoperte quasi tre persone su quattro”.

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