Genova. Ancora ambulanze bloccate davanti ai pronti soccorso di Genova con gli equipaggi costretti ad attese di ore per ‘consegnare’ il paziente e recuperare le barelle, trovando spazio dove si può, tra code, marciapiedi e, in queste ore, nella morsa del freddo polare. Gli ultimi episodi in questi giorni: lunedì notte quando diversi mezzi sono rimasti fermi fuori dal pronto soccorso del Galliera, e questo pomeriggio davanti al Villa Scassi, dove alcune ambulanze hanno aspettato di poter ripartire parcheggiate lungo la strada davanti all’ospedale.
Una situazione che Genova24 ha raccontato più volte e che, secondo fonti ospedaliere, dipende soprattutto dagli iper flussi di accesso al ‘pronto’, che presentano dei picchi stagionali. Ma oggi come in passato il racconto in prima persone dei militi aggiunge un particolare inquietante, vale a dire la mancanza di barelle e posti letto nei reparti di soccorsi degli ospedali che costringe le strutture ospedaliere a prendere in prestito le barelle delle ambulanze stesse per i pazienti in attesa di visita, bloccando di fatto tutta l’unità di soccorso per ore.
“Il problema è grave soprattutto verso i pazienti che vedono disattese le aspettative e le esigenze, cioè quello di essere portati in ospedale nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile – spiega Guido Bragoni, vicepresidente di Anpas Liguria, l’associazione nazionale delle pubbliche assistenze – E’ una situazione grave perchè con queste attese vengono sottratti al territorio mezzi e risorse, vale a dire le ambulanze che senza barella non può operare. Così si mette a rischio il servizio di soccorso“.
Ma non solo: “Un altro disagio non meno grave è che questa attese ricadono direttamente sugli operatori, che si vedono ogni volta stravolti i turni – sottolinea Bragoni – Discorso particolarmente delicato per i volontari che con grande generosità si alternano tra lavoro e servizio: rimanere bloccati fino alle tre del mattino per poi svegliarsi alle sette per andare a lavorare rende tutto più difficile”.
Una situazione che complica la vita a tutti: “Si parla di barelle, ma mi rifiuto di pensare che sia solo quello il problema, visto che per risolverlo basterebbe comprare qualche barella in più. E’ un problema che ci portiamo avanti da troppo tempo, e che ora sta raggiungendo picchi inediti. Come comitato regionale abbiamo più volte provato a sensibilizzare le direzioni degli ospedali, ma al momento senza esito”.
L’episodio della notte tra lunedì e martedì ha visto coinvolte diverse pubbliche assistenze, i cui militi hanno dovuto fare i salti mortali per sostenere il servizio. Quanto successo oggi al Villa Scassi, invece, è stato in parte dovuto alla contingenza, con la gestione di 18 codici rossi in contemporanea, di cui tre particolarmente gravi, che hanno richiesto un ricalcolo delle priorità di assistenza.
“L’amarezza è che noi ci mettiamo tutta la buona volontà per aiutare i cittadini – conclude Bragoni – ma poi ci troviamo con i pazienti ‘intrappolati’ nelle ambulanze, per attese che arrivano a durare anche quattro o sei ore. Questo inficia tutto il nostro lavoro”.