Il caso

Zapata, niente sgombero imminente ma 100mila euro di arretrati e lo sbarco della Ligustica possono far chiudere il centro sociale

Se resterà 'moroso' lo storico centro sociale di Sampierdarena potrebbe fare la stessa fine del Terra di nessuno

Generica

Genova. Da alcune ore sta circolando la voce di un presunto imminente sgombero del centro sociale Zapata di via Sampierdarena. L’ “allarme”, lanciato da alcuni attivisti esterni in realtà alla stessa struttura, è rimbalzato attraverso la politica e i social, fino a fare ipotizzare una notifica di sgombero che sarebbe stata recapitata. Fatto smentito dall’amministrazione pubblica, municipio e Comune nonché da fonti della Questura.

C’è però più di qualcosa di vero nei rumors sullo Zapata che rischia, nei prossimi mesi, di dover sloggiare dai magazzini del Sale per almeno un paio di ragioni, entrambe di tipo amministrativo. La struttura sarà interessata nei prossimi mesi da un intervento di riqualificazione complessivo dell’area di lungomare Canepa basato anche su fondi Pnrr che, come noto, hanno tempi stretti di cantierizzazione (entro giugno 2023) e conclusione (entro il 2026).

L’altra questione, annosa, è quella degli arretrati che lo Zapata deve al Comune. Nel 2011 durante il mandato di Marta Vincenzi era stata stipulata una convenzione che di fatto regolarizzava quattro centri sociali cittadini, tra cui lo Zapata, occupato per la prima volta nel 1994. Con un’associazione presieduta da Don Gallo come garante il centro sociale sarebbe stato una sorta di conduttore dell’immobile (in quel caso del Demanio, ma acquisito dal Comune nel 2015) in cambio del pagamento delle utenze. A oggi gli arretrati ammontano però a 107mila euro.

Una situazione simile aveva portato, nell’ottobre 2021, allo sgombero di un altro centro sociale che rientrava nella convenzione, ovvero il Terra di Nessuno di via Bartolomeo Bianco, anche quello insediato in un edificio per cui l’amministrazione comunale ha altri piani in mente (un polo del riciclo gestito da Amiu, anche quello da finanziare attraverso il Pnrr, e per cui i lavori sono fermi).

La notifica che è arrivata allo Zapata è dunque quella di ingiunzione di pagamento degli arretrati. Il centro sociale è in difetto non perché “occupante” bensì perché “conduttore moroso”. Però questa situazione, prima o poi, a meno che i responsabili non trovino i soldi per pagare, porterà a uno sgombero. Ma, come già avvenuto per il Terra di Nessuno, è probabile che la questione si trascini prima per vie legali con un ricorso al Tar da parte del centro sociale per rispondere all’ordinanza del Comune ma anche per ‘prendere tempo’.

A questo nodo si somma quello della riqualificazione dei Magazzini del Sale di via Sampierdarena. Il presidente del municipio Centro Ovest Michele Colnaghi (M5s) non ha avuto delucidazioni dalla giunta comunale, a riguardo: “Certamente bisognerà che i magazzini siano liberi nel momento in cui bisognerà ristrutturarli ma al momento io non visto alcun progetto”. In passato si era parlato persino della realizzazione di una palestra di roccia.

Lo scenario più attuale però vede la partita dei Magazzini del Sale legata in realtà a doppia corda a quella del palazzo della Fortezza, sempre a Sampierdarena. Sull’edificio è arrivato l’interesse dell’Accademia ligustica delle Belle arti che, però, avrebbe chiesto di poter usufruire anche della porzione dei Magazzini del Sale dove oggi si trova lo Zapata.

La notizia è confermata dal vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi: “Si tratta di un intervento da 500mila euro e di un’idea interessantissima che porterebbe l’Accademia delle belle arti a portare avanti alcune delle attività proprio a Sampierdarena su due spazi diversi”. Ancora non è pronto alcun progetto definito ma la direzione sembra essere ormai presa. L’intervento sulla porzione dei Magazzini del Sale dove si trova lo Zapata si aggiungerebbe ai lavori già finanziati dal Patto per la città per la restante parte dell’edificio.

Al momento è la sinistra, con Linea Condivisa, Lista Sansa e rossoverdi a chiedere rassicurazioni sul suo futuro del centro sociale: “Da una parte riteniamo importanti i processi di riqualificazione ma non vorremmo che questo iter portasse alla sparizione di una realtà sociale come quella dello Zapata, inserita nella storia di quel quartiere e che in questi anni ha sviluppato forti sinergie a tutela della socialità della zona”, si legge in una lettera aperta.

“Vogliamo dunque chiarezza sul suo futuro perché riteniamo fondamentale la salvaguardia di una realtà sociale, culturale e associativa che caratterizza l’identità di quel territorio. Sarebbe ottuso da parte del Comune negare l’esistenza di tutto questo senza trovare una soluzione, come ancora più ottuso sarebbe disintegrare il positivo fermento culturale e sociale che è stato creato in questi anni”.

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