Le indagini

Ucciso con una freccia, per il giudice dubbi sull’aggravante dell’odio razziale ma Scalco resta in carcere

Per il gip nessun dubbio sui futili motivi. Solo il video registrato dalla vittima potrebbe aver registrato la frase razzista

OMICIDIO FRECCIA

Genova. Il giudice per le indagini preliminari Matteo Buffoni ha alcuni dubbi sulla contestazione dell’aggravante dell’odio razziale contestata a Evaristo Scalco, l’artigiano e maestro d’ascia che la notte tra martedì e mercoledì scorso ha ucciso nel centro storico di Genova colpendolo con una freccia Javier Miranda Romero, operaio di 41 anni.

E’ quanto emerge dall’ordinanza con la quale ieri ha disposto il carcere per Scalco convalidando l’arresto.

L’aggravante è stata contestata dal pm Arianna Ciavattini sulla base delle dichiarazioni dell’amico della vittima, che era con lui quella sera e ha raccontato agli investigatori che l’artigiano avrebbe urlato ai due “andate via estracomunitari di m…”.

Al momento del fatto non c’erano stati altri testimoni che hanno sentito la frase, come si vede dalle telecamere di videosorveglianza del vicolo che sono in mano agli investigatori. I carabinieri nei prossimi giorni estrarranno le immagini dal telefonino della vittima, che ha ripreso la lite con Scalco, per capire se quella frase sia stata davvero pronunciata.

Miranda Romero era andato a festeggiare la nascita del figlio e a vedere una partita di calcio. Avrebbe bevuto con il suo amico e poi si sarebbe messo a parlare sotto la finestra di Scalco. L’artigiano, che era tornato da Malta quel giorno ed era andato a cena con alcuni amici, si sarebbe affacciato e dopo averli visti orinare contro il cancelletto del condominio, gli avrebbe detto di smetterla e di andarsene. Ne è nata nata una lite.

Secondo Scalco i due amici lo avrebbero insultato e avrebbero lanciato dei petardi. Secondo l’amico della vittima, invece, Scalco li avrebbe insultati e poi avrebbe scoccato la freccia colpendo Javier.

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