Geografie sanitarie

Sanità, rinviato l’accorpamento tra Villa Scassi e San Martino ma a rischio un punto nascite a Genova

In ballo il reparto a Sampierdarena o all'Evangelico secondo le indiscrezioni sul piano sociosanitario della Liguria. La Regione: "Il documento è da ritenersi una bozza"

pronto soccorso villa scassi

Genova. Per ora si tratta soltanto di una bozza e l’iter è appena iniziato ma nella riunione tenuta ieri dall’assessore regionale Angelo Gratatola con i vertici di Alisa, Asl e ospedali, e in cui è stato presentato il piano sociosanitario, si può già intravvedere la direzione che la sanità pubblica della Liguria prenderà nei prossimi mesi.

Tra le indiscrezioni anticipate dal SecoloXIX, secondo quanto risulta a Genova24, almeno due aspetti relativi alle strutture nel capoluogo ligure sarebbero parzialmente confermati.

Il primo riguarda il futuro accorpamento tra il Villa Scassi e il San Martino, un’ipotesi sul tavolo ormai da tempo ma che, è stato confermato ai manager sanitari e ai direttori generali, non è affatto imminente e non si concretizzerà prima di un altro passaggio cruciale, la realizzazione dell’ospedale degli Erzelli.

Il secondo, quello che sta sollevando qualche motivo di preoccupazione in più, è lo smantellamento di uno dei punti nascita cittadini, quello proprio dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Di fatto i neonati del ponente e della Valpolcevera dovrebbero mantenere come riferimento solo l’Evangelico a Voltri.

La questione però va affrontata a livello regionale. Oltre alla perdita del reparto del Villa Scassi, che comunque viene controbilanciata dal mantenimento di tre altri punti nascita in città (Evangelico, Galliera, Gaslini) la bozza il piano prevede infatti l’accorpamento di quelli savonesi, che avrebbero un punto nascite soltanto al Santa Corona di Pietra Ligure.

Il documento oggetto del confronto è dunque da ritenersi una bozza – dicono da Regione Liguria – e, come tale ancora non definitiva ma passibile di modifiche, contiene indicazioni sul futuro assetto socio sanitario della Liguria”.

“In particolare nella distribuzione sul territorio dei punti nascite va sottolineato che l’assessorato alla Sanità è al lavoro per garantire una copertura territoriale adeguata che offra il maggiore equilibrio possibile – prosegue la nota – e quindi, pur confermando nel piano la presenza di un punto nascite all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, è in corso, considerate le risorse disponibili, una verifica per poter mantenere anche il punto nascite all’ospedale San Paolo di Savona e, verso levante, una conseguente localizzazione dell’ulteriore punto nascite all’ospedale Evangelico o in alternativa all’ospedale Villa Scassi“.

Una geografia dei punti nascite meno penalizzante rispetto al doppio accorpamento, su Genova e Savona, potrebbe trovarsi in un compromesso: rinunciare al reparto dell’Evangelico e mantenere sia quello del San Paolo sia il Villa Scassi. L’alternativa vedrebbe l’assenza di punti nascite da Pietra Ligure fino a Voltri. In questo modo, invece lo “stacco” sarebbe tra Savona e Sampierdarena.

E’ vero che, salvo gli exploit come quelli di ieri – 8 bambini nati in un giorno al Villa Scassi – i numeri non sono oggi sufficienti a mantenere aperte tutte le strutture, dieci in tutta la Liguria. Esistono, infatti, alcuni parametri ministeriali che pur tenendo conto delle specificità dei territori, non verrebbero rispettati mantenendo lo status quo.

Il documento, 50 pagine di linee guida predisposto dal direttore di Alisa Filippo Ansaldi, è il secondo piano sociosanitario messo in piedi dalla giunta Toti dopo quello messo a punto quattro anni fa dall’allora commissario Walter Locatelli. Dopo le eventuali modifiche ed osservazioni da parte degli stakeholders inizierà l’iter amministrativo vero e proprio con l’esame della commissione Salute, la presentazione in consiglio regionale e poi l’approvazione dalla giunta.

Il piano regionale sociosanitario non prevede comunque la chiusura di ospedali, semmai la trasformazione in strutture di comunità, e conferma al momento tutti i pronto soccorso esistenti. Troppe, invece, secondo piazza De Ferrari, cinque centrali operative del 118, che potrebbero diventare tre: una a Genova, presso il San Martino, una a levante alla Spezia e una a Pietra Ligure per il ponente.

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