Reazione

Punti nascite, Linea Condivisa: “Aspettiamo che Toti-Gratarola illustrino il piano sociosanitario nelle sedi competenti”

Il piano sociosanitario di Regione Liguria prevedrebbe la chiusura di due centri nascite in Liguria: quello dell'ospedale San Paolo di Savona e quello del Villa Scassi di Sampierdarena

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Genova. “Siamo stati in silenzio due giorni dopo le dichiarazioni riportate dai giornali circa la presentazione del piano sociosanitario di Regione Liguria che prevedrebbe la chiusura di due centri nascite in Liguria: quello dell’ospedale San Paolo di Savona e quello del Villa Scassi di Sampierdarena” afferma Gianni Pastorino, Linea Condivisa, in una nota diffusa.

E prosegue: “In realtà il piano sociosanitari non è stato ancora presentato al Consiglio Regionale o alla Commissione competente. In questo momento stiamo seguendo le dichiarazioni più o meno ufficiali dell’ Assessore Angelo Gratarola e le affermazioni di contrarietà, che condividiamo, espresse soprattutto dal Comune di Savona e dalle associazioni dello stesso territorio”.

“Vogliamo dire la nostra anche come Linea Condivisa: la chiusura del centro nascite di Savona è ignominiosa. Non si può chiudere il centro di un capoluogo di provincia dove, peraltro, ci sono più nascite rispetto al centro di Pietra Ligure. Questa decisione determinerà, di fatto, una situazione di grande difficoltà per tutte le aree interne che gravitano intorno a Savona” spiega ancora.

Poi Pastorino aggiunge: “Le responsabilità e le ambizioni politiche sono da tempo molto evidenti: quella di chiudere il centro del San Paolo non è una scelta di programmazione sanitaria ma una volontà dettata da spinte politiche provenienti dal territorio, spinte del tutto trasversali che non trovano nessun elemento di razionalità. Aspettiamo dunque che il duo Toti-Gratarola ce lo vengano a spiegare nelle sedi competenti. Altrettanto complessa la vicenda dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. C’è da fare un’attenta analisi dei numeri e, allo stesso tempo, della conformazione della città, tenendo conto del rapporto di sinergia che esiste tra le strutture. Non è possibile che una vicenda così delicata venga annunciata mediaticamente, prima ancora di trovare un livello di discussione politica e tecnica sia con la Commissione Salute di Regione Liguria, sia con il Comune di Genova (a meno che il sindaco Bucci non sia già completamente d’accordo)”.

Infine conclude: “Come abbiamo già detto in occasione della presunta fusione San Martino-Villa Scassi, noi siamo disposti a discutere sulla riorganizzazione sanitaria. Siamo stati i primi, con progetti definiti, a sostenere pubblicamente che tre aziende ospedaliere autonome (San Martino, Galliera, Gaslini) e 5 Asl e la Struttura di Missione attribuita al Professor Giuseppe Profiti rappresentano una struttura medievale. Ci piacerebbe sapere, quando si propone una diversa organizzazione sanitaria, quali sono le soluzioni che si propongono rispetto a possibili difficoltà territoriali. Sicuramente questo processo faciliterebbe la discussione sia a livello regionale che con i territori e tutti i soggetti attivamente coinvolti che si muovono tra la società civile. Invece no, spiace constatare che anche l’Assessore Gratarola inizia il suo mandato solo con esternazioni mediatiche, il contenuto lo si affronterà dopo”.

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