Tensione in aula

Ponte Morandi, il pm Terrile attacca i difensori: “File gonfiati? Una bufala per chiedere il rinvio del processo”

Polemica sui mille file in più, che in realtà non esistono. E sull'ingente quantità di documenti: "Sono tante produzioni è vero, ma anche i morti sono tanti"

processo ponte morandi, Massimo Terrile, Walter Cotugno

Genova. Ha parlato per oltre due ore il sostituto procuratore Massimo Terrile per rispondere non senza polemica alle numerose eccezioni sollevate dai difensori sull’hard disk contenente le produzioni documentali che ha consegnato il 21 novembre al tribunale ma che secondo gli avvocati conterrebbe un numero esagerato di documenti, per loro inverificabili se non con uno stop di alcuni mesi al processo. La produzione del 21 novembre rispetto a quella consegna il 7 e poi restituita dal collegio al pm era già stato epurato da alcuni documenti rimasti dentro per errore ma gli avvocati difensori hanno detto che comunque non era abbastanza, che così non veniva rispettato il diritto alla prova.

Oggi Terrile ha risposto una a una a tutte le eccezioni sollevate tenendosi per ultima l’accusa che, per sua stessa ammissione, più l’ha infastidito: quella, formulata dall’avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, di aver consegnato al tribunale un hard disk con circa mille file in più rispetto al precedente “dicendo che ho fatto una cosa molto grave, come se avessi nottetempo infilato mille file in più nelle produzioni”.

“Una bufala – ha tuonato il pm – una fake news si direbbe ora come dimostra anche il fatto che di questi file in più l’avvocato Ceresa Gastaldo e il suo pool di informatici non abbiano saputo indicare uno solo di questi documenti in più”. Terrile sul punto ha prima chiarito la situazione : “E’ evidente che di tutto questo al collegio non deve importare perché per il collegio la produzione del 7 novembre non esiste più”, ma l’accusa a suo dire di essere stato considerato “mendace” lo ha fatto infuriare e la replica a distanza con l’avvocato Ceresa Gastaldo – che oggi non era in udienza – è molto dura.

“La bufala dei mille file in più che l’avvocato Ceresa Gastaldo si è inventato è il presupposto per chiedere un rinvio”. E comunque, ha spiegato il pm, ieri dopo l’accusa del difensore di tre funzionari di Spea in Procura un minimo di allarme era scattato sul fatto che potessero essere finiti ulteriori file nel supporto elettronico, ma “abbiamo chiesto al nostro esperto, che è un informatico vero – ha spiegato il pm – cosa poteva essere successo e lui ci ha spiegato che quando si copiano cartelle con tanti file nell’operazione si possono gonfiare le dimensioni di alcuni file, o creare file di sistema”.

Rispetto all’ingente produzione documentale il pm ha chiarito come la valutazione da parte del collegio circa l’ammissibilità delle produzioni deve essere per forza “sommaria” anche perché il tribunale i questa fase non sa nulla del processo quindi come può dire che quel documento tecnico sul torrente Polcevera, per fare un esempio, è manifestamente superfluo o manifestamente irrilevante?”.

E poi: “Gli avvocati difensori ci dicono che potevamo depositare le prove via via, in parallelo con le audizioni dei testimoni, ma abbiamo scelto di non farlo per evitare lo stillicidio delle continue richieste di rinvio i documenti” ha chiarito Terrile. Documenti che, ha ricordato il pm, per la gran parte “gli avvocati già conoscono perché li hanno a disposizione dal primo incidente probatorio”.

“E ora, chiedono fino a 6 mesi per quella che deve essere una valutazione sommaria delle prove che già in gran parte conoscono?” attacca il pm che affonda: “Lo sappiamo che i documenti sono tanti, c’è anche tanta normativa e tanta giurisprudenza, ci sono molte produzioni che sono messe lì per comodità di tutti. E’ vero, sono tanti documenti, ma ci sono stati anche tanti morti”.

Il processo è stato rinviato al 7 dicembre, giorno in cui il collegio deciderà sull’ammissione delle prove. Poi se tutte le riserve verrano sciolte, è possibile che nel giro di una settimana, il 14 dicembre, il processo entri davvero nel vivo con i primi testimoni.

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