Genova. Una nuova perizia per approfondire lo stato di corrosione del ponte e in particolare degli stralli della pila 9 estendendo l’analisi approfondita eseguita in incidente probatorio sul reperto 132 (il punto da cui lo strallo sud lato Genova ha ceduto provocando il crollo) ad altre porzioni dello stesse strallo e di altri stralli tutt’ora conservate e sotto sequestro. A chiederlo gli avvocati di molti degli imputati per il crollo di ponte Morandi che si sono associati alla richiesta formulata e motivata dall’avocato Massimo Ceresa Gastaldo, che difende alcuni tecnici di Spea, la controllata di Aspi che aveva il compito di verificare lo stato di manutenzione del ponte Morandi.
Obiettivo della nuova perizia è valutare “se le condizioni del 132 siano o meno rappresentative del generale stato degli stralli della pila 9 e quindi poter valutare meglio le cause dell’evento e soprattutto la sua prevedibilità” ha spiegato l’avvocato.
I reperti su cui gli avvocati degli imputati chiedono di poter effettuare la perizia sono 5: il 90, il 91, il 137, il 139 e il 158. Il collegio si è ovviamente riservato di valutare la richiesta che, se fosse accolta, potrebbe portare a un nuovo allungamento dei tempi del processo anche se, in astratto, la perizia potrebbe svolgersi anche parallelamente al dibattimento.
Nell’udienza di questa mattina tutte le parti a cominciare dalla procura hanno indicato le prove che intendono portare nel processo. Il sostituto procuratore Massimo Terrile, insieme al collega Walter Cotugno, hanno indicato 176 testimoni, e depositato una documentazione enorme: 1331 prove documentali oltre a 26 cartelle con 1305 file e 3 terabytes di video e foto.
Il processo è stato rinviato a martedì 15 novembre, giorno in cui ciascuna parte potrà contestare le prove richieste dalle altre. Poi il tribunale con una nuova ordinanza elencherà tutte le prove ammesse nel processo e finalmente si cominceranno ad ascoltare i primi testimoni. A meno che ,appunto, l’eventuale nuova perizia non stoppi tutto.