Decisione

Nuova diga, niente sospensiva del Tar: via libera alla firma con Webuild

L'udienza del ricorso nel merito è fissata a fine gennaio ma i ricorrenti potrebbero rivolgersi al Consiglio di Stato per provare comunque a ottenere lo stop

nuova diga

Genova. La prima sezione del Tar Liguria ha rigettato la richiesta di sospensiva nell’ambito del ricorso presentato da Eteria, il consorzio guidato dalle imprese delle famiglie Gavio e Caltagirone, contro l’aggiudicazione della gara per la realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova al consorzio Webuild-Fincantieri, e ha rinviato la discussione del ricorso nel merito.

Si può quindi procedere con la firma del contratto. La sospensiva avrebbe rappresentato una battuta d’arresto di almeno 6-8 mesi per l’avvio del cantiere di una delle grandi opere più importanti non solo per la Liguria e il Nord Ovest ma per l’intero “sistema Paese”. Lunga 6,2 chilometri, distante 450 metri dall’attuale diga e su un fondale di 50 metri, permetterebbe l’ingresso in porto delle portacontainer fino a 24mila teu di ultima generazione.

Una battuta d’arresto che avrebbe, soprattutto, quasi azzerato la possibilità per l’Autorità portuale, il committente, di accedere ai finanziamenti del Pnrr (La scadenza per la fine dei lavori, almeno per la prima delle due fasi è fissata al 2026).

E infatti nell’ordinanza, i giudici amministrativi fanno esplicito riferimento ai tempi da rispettare per evitare di perdere i fondi del Pnrr: “L’interesse del ricorrente e l’irreparabilità del relativo pregiudizio – scrivono – vanno comunque comparati con l’interesse del soggetto aggiudicatore alla celere prosecuzione delle procedure tenendo conto della coerenza della misura adottata con la realizzazione degli obiettivi e il rispetto dei tempi di attuazione del Pnrr”.

Secondo quanto spiegato nei giorni scorsi da Nicola Meistro, operations director di Webuild, nelle prossime settimane si partirà con le indagini sul fondale e su quelle geologiche, poi con l’inizio dell’anno nuovo, si procederà con la cantierizzazione vera e propria, partendo dai cassoni fino ad arrivare alle altre lavorazioni in mare.

Il ricorso, comunque, resta in piedi in attesa del giudizio. L’udienza pubblica è fissata al 27 gennaio 2023. In base alla normativa in materia se anche fosse accolto il ricorso di Eteria nel merito non potrebbe essere più annullata l’aggiudicazione. Tuttalpiù la controparte accederebbe a una cospicua somma di indennizzo a titolo risarcitorio. Bisogna capire, però, se i ricorrenti si rivolgeranno ora al Consiglio di Stato per provare comunque a ottenere la sospensiva.

Webuild e Fincantieri si sono aggiudicate l’appalto con un ribasso del 9,4% sulla base d’asta di 928 milioni (finanziati dal Pnrr) al termine di un sentiero non poco tortuoso. La prima gara dell’Autorità portuale a giugno era andata deserta perché entrambi i gruppi avevano giudicato insufficiente la base d’asta. A sbloccare l’impasse proprio il fondo per le opere indifferibili del Pnrr attingendo al quale i costruttori dovrebbe essere in grado di coprire gli extracosti dovuti ai rincari delle materie prime.

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