Rapporti incrinati

No a ipermercati e pedonalizzazioni, lunedì manifestazione dei Civ di Ascom davanti a palazzo Tursi

"Mai nessuna amministrazione è stata fino a oggi così sorda alle esigenze delle imprese" si legge nella lettera firmata anche dal presidente di Confcommercio Paolo Odone

via sestri

Genova. “Mai nessuna amministrazione è stata fino a oggi così sorda alle esigenze delle imprese”, si conclude così la durissima lettera firmata da alcuni dei più importanti rappresentanti del mondo del piccolo commercio a Genova e fatta recapitare all’indirizzo del sindaco Marco Bucci e dell’assessore ala Mobilità Matteo Campora.

Il presidente di Confcommercio Genova Paolo Odone e la sua vice Ilaria Natoli, il presidente della consulta dei Civ Umberto Solferino, poi Manuela Carena, presidente del Civ Colombo Galata e presidente Federmoda, Paolo Bartolone, presidente del Civ Sestiere Carlo Felice e Mario Enrico del consorzio Mercato Orientale, hanno scritto all’amministrazione per dire no a progetti come quello della pedonalizzazione a Nervi e al campo libero offerto dall’amministrazione alla grande distribuzione organizzata: Esselunga, ma non solo.

Lunedì alle 12 a palazzo Tursi si terrà un incontro tra le associazioni del commercio e il sindaco Bucci per discutere le questioni più calde ma nel frattempo i Civ cittadini terranno un presidio davanti al palazzo del Comune.

Nei giorni scorsi, anche nel corso di sedute di consiglio comunale e di commissioni consiliari, l’amministrazione comunale ha ribadito di voler portare avanti i progetti tanto osteggiati dai negozianti di vicinato: dall’Esselunga di via Hermada a Sestri Ponente al Basko dell’area Campostano a Nervi con insieme il progetto di Ztl nello stesso quartiere, per proseguire con altre partite in cui è inclusa, per questioni di fattibilità economica, la presenza di insegne della grande distribuzione organizzata.

Questo il testo integrale della lettera:
Egregio Sindaco, Egregio Assessore, Abbiamo fatto incontri, mandato documenti, avanzato richieste, proposto studi; adesso non sappiamo veramente più come spiegare che le vie pedonali che sono state realizzate a Genova, commercialmente parlando, non sono da prendere come esempi positivi da imitare.

Ormai l’esperienza delle pedonalizzazioni l’abbiamo e possiamo sostenere a ragion veduta che dei negozi presenti in tali vie già a 5/10 anni dalla pedonalizzazione ne sono sopravvissuti una manciata! E’ chiaro che se si va a chiedere ai negozi presenti ora se sono soddisfatti qualcuno dirà di si perché la maggior parte sono bar, catene, souvenir e simili che sono subentrati ai negozi di qualità e che nella pedonalizzazione, quindi sul ‘passaggio/passeggio’ basso spendente con conseguente abbassamento drastico dello scontrino medio, trovano la loro migliore espressione, ma i negozi di tradizione, a conduzione familiare, radicati sui territori spesso da generazioni e che rendono una città peculiare e attrattiva hanno bisogno di accesso e servizi.

Hanno bisogno di studi approfonditi che vadano a verificare prima gli impatti sulla viabilità, che tengano conto delle mappe isocrone e dell’evasione di spesa, dei flussi e dei comportamenti degli acquirenti. Tutti temi oggetto di fior fiore di studi, di forum e convegni che si svolgono in tutta Italia grazie al contributo di professionisti accreditati anche a livello internazionale di cui le amministrazioni si avvalgono, tranne che a Genova. I risultati che si sono ottenuti qui e dei quali spesso parlate hanno richiesto il sacrificio umano di centinaia di imprese che non ce l’hanno fatta!

Con questo sistema di pedonalizzazioni basate solo sull’eliminazione di auto private e qualche fioriera in abbinamento alle autorizzazioni alle aperture in massa di medie e grandi superfici state mandando sul lastrico nel giro dei prossimi pochi anni centinaia di famiglie perché date loro il colpo di grazia. Ci piacerebbe inoltre capire quale visione di città ha l’Amministrazione che in campagna elettorale sembrava venire incontro al piccolo commercio, ma dal giorno dopo le elezioni sembrerebbe drasticamente cambiata.

Siamo molto confusi perché vediamo troppe contraddizioni… Non capiamo per esempio come si possa conciliare l’accelerazione sull’aspetto della sostenibilità, di una città green con l’apertura continua di supermercati e grandi superfici di vendita che per loro natura devono essere raggiunti con l’auto privata, mentre a noi negozi di vicinato viene reso sempre più complesso da parte dei clienti raggiungerci. Oppure non capiamo come si possa basare così tanto del successo del piano caruggi sulla ricostruzione di un tessuto commerciale di piccole botteghe, quando tutto intorno si lavora per spostare i flussi altrove, vanificandone i risultati. Mai nessuna Amministrazione è stata fino ad oggi così sorda alle esigenze delle imprese”.

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