Genova. Monsignor Nicolò Anselmi, 61 anni, vescovo ausiliare di Genova e parroco della basilica delle Vigne, è da oggi vescovo di Rimini. La notizia che presto “Don Nic”, come lo chiamano in molti, avrebbe presto avuto una arcidiocesi “sua” era stata anticipata qualche mese fa, la conferma nelle ultime ore insieme alla destinazione. Poi la nomina è stata ufficializzata formalmente alle 12 nell’auditorium del seminario genovese dall’arcivescovo Marco Tasca. Ingegnere meccanico, docente di religione al liceo Doria, ai vertici poi degli scout dell’Agesci, Anselmi è diventato sacerdote trent’anni fa. Per anni ha guidato la Pastorale giovanile della Cei.
“Questo è un momento felice ma anche doloroso, sapevo però che sarebbe arrivato” ha detto durante il suo discorso di saluto alla comunità ecclesiastica monsignor Nicolò Anselmi, commosso fino alle lacrime, lacrime che non ha provato neppure a trattenere.
Poi si è rivolto ai prelati di fronte a lui, nel pubblico, e per estensione a tutta l’arcidiocesi esprimendo i suoi due desideri: “Prima di questo doloroso distacco mi permetto di esprimere due desideri – ha detto – vorrei chiedere alla comunità cristiana genovese di restare unita, in comunione e pace, intorno all’arcivescovo Tasca e a noi preti, l’unità è ciò che Gesù desidera, le divisioni fanno male e non vengono mai da Dio bensì dal Maligno”.
Un appello non retorico ma assai concreto dati i malumori che in alcuni ambienti cattolici si erano creati per vari motivi negli ultimi due anni, dall’arrivo del frate Tasca. Lettere non firmate in curia, fastidi nella riorganizzazioni di vicariati e parrocchie, equilibri sempre più fragili: tutte situazioni di crisi che anche lo stesso Anselmi, da vescovo ausiliare, aveva cercato di gestire fungendo da traghettatore tra il servizio di Angelo Bagnasco e quello di Tasca.
Il secondo desiderio riguarda quel mondo degli “ultimi” a cui Anselmi ha sempre guardato con attenzione. “La chiesa che è in Genova – ha affermato – continui a servire chi soffre, i più fragili, chi è solo, disperato, chi sta affrontando un momento di difficoltà; i poveri sono nostri fratelli e sorelle, sono un dono grande che talvolta scompagina i nostri progetti, le nostre organizzazioni, le nostre insicurezza, la loro salvezza è la salvezza di tutti ed è il senso della nostra vita”.
“Forse il mio saluto suonerà come una predica, ma è deformazione professionale”, ha scherzato. Ad ascoltarlo, tra gli altri, il cappellano del lavoro Don Moretti e il parroco “social” Don Roberto Fisher. Tutte persone che, come la comunità dei fedeli, si interrogano su quale sarà il futuro dell’arcidiocesi. “Per ora ci prendiamo il tempo per essere tristi di questa che è una grande perdita”, ha detto il vescovo Marco Tasca senza quindi rivelare quali saranno i piani.
Sicuramente sarà nominato un nuovo parroco della Basilica delle Vigne, cosa che potrebbe creare un effetto domino su altre parrocchie. Meno scontato invece che venga nominato subito un nuovo vescovo ausiliare visto che monsignor Marco Doldi è già vicario generale. Insomma, non c’è gran fretta anche se la partenza di Anselmi per Rimini è imminente.
E parlando di partenza, si parla anche di ritorni. Sono in molti a scommettere che quello di Don Nic a Genova non sarà un addio ma un arrivederci e che proprio lui potrebbe rientrare in Liguria, magari tra qualche anno, proprio come vescovo del capoluogo ligure. Se non direttamente dopo Tasca magari nel mandato successivo, con un intermezzo di Guido Marini, genovese, da poco vescovo di Tortona e già cerimoniere del Papa.